Editoriali
Fiorentina, qui si fa la storia. Vincere la Conference per essere ricordati per sempre e fare impazzire una città intera
Una sfida sulla tensione, tra due squadre che non vincono da troppo tempo. Accompagnata da tutta Firenze, la squadra di Italiano va a caccia dell’immortalità
Siamo giunti al termine di questa stagione infinita, iniziata alla vigilia di ferragosto e giunta oggi, mercoledì 7 giugno, all’epilogo. Il 2022-23 della Fiorentina si chiude con una delle partite più importanti degli ultimi trent’anni: la finale di Conference League. Stasera, ore 21, i viola affronteranno il West Ham per entrare nella storia. Un trofeo manca dalla Coppa Italia del 2001, una coppa europea non si vede dalla Coppa delle Coppe del 1961. Bastano questi dati a sottolineare cosa significherebbe vedere Biraghi alzare la coppa stasera.
Di fronte c’è una squadra, il West Ham, altrettanto avara di soddisfazioni internazionali e per questo ugualmente motivata a entrare nella storia del club. Gli Hammers partono favoriti, non può essere altrimenti. Ormai il valore della Premier League supera nettamente quello della Serie A (e, in generale, di tutti i top campionati europei), ciò implica che le squadre inglesi possiedano una ricchezza che il resto del mondo calcistico si sogna. Ecco che il valore della rosa a disposizione di Moyes è quasi doppio rispetto a quella in mano a Italiano.
Fortunatamente, non sempre i soldi prevalgono su tutto. Chiedetelo a Psg e Machester City, società gonfiate di campioni a suon di miliardi arabi che ancora non sono riuscite a portare a casa la Champions League – i Citizens ci riproveranno sabato sera in finale con l’Inter –. Inoltre, spesso le valutazioni economiche dei giocatori che militano in Premier sono ‘gonfiate’ proprio per l’enorme disponibilità economica dei club d’oltremanica. La sfida tra Fiorentina e West Ham, insomma, è apertissima.
Entrambe le squadre giocheranno con il 4-2-3-1 e non si snatureranno per affrontare l’avversario: è pronosticabile che la partita la farà la squadra di Italiano, con gli inglesi pronti a contrastare i viola nella propria metà campo grazie alla grande fisicità e solidità dei propri centrocampisti, per poi ripartire con le proprie frecce. Alla Fiorentina si chiederà maggiore attenzione difensiva rispetto a quanto visto contro l’Inter, pur consapevoli che il sistema di gioco di Italiano espone inevitabilmente la retroguardia a dei rischi. Per i centrocampisti viola l’obiettivo è vincere il duello contro un reparto molto valido come quello a disposizione di Moyes. Ai trequartisti e al centravanti – Jovic in leggero vantaggio su Cabral – il delicato compito di scardinare una fase difensiva robusta e arcigna. Soprattutto, agli uomini chiave Bonaventura e Gonzalez si chiede di trascinare la squadra con le proprie giocate e con personalità.
Fiorentina-West Ham sarà anche un gioco di tensione, proprio a causa dell’elevatissima posta in palio. La Fiorentina ha il vantaggio di aver già giocato una finale, purtroppo persa con l’Inter in Coppa Italia. L’abitudine a disputare finali può fare la differenza, ma guardando il rovescio della medaglia potrebbe essere anche un limite. Persa la prima finale, Biraghi e compagni potrebbero sentire la pressione dell’ultimissima occasione per vincere. D’altra parte, in caso di sconfitta, la stagione rimarrebbe positiva per le due finali raggiunte, ma su squadra e ambiente piomberebbe un senso di amarezza difficile da smaltire. Certo, la pressione la avranno anche gli avversari, che di finali in stagione hanno solo questa ma che, come detto, non sono certo abituati a questi palcoscenici. L’aspetto mentale, dunque, condizionerà molto questa finale. Sarà necessario lasciare fuori dal campo la paura e sostituirla con la cattiveria agonistica.
A spingere la Fiorentina ci sarà, come al solito, una città intera. Seimila alla Eden Arena (di più, purtroppo, non era possibile), altri tremila a Praga senza biglietto, più quasi 30mila tifosi al Franchi, per assistere alla partita sui quattro maxischermi finalmente allestiti in via ufficiale. La fame di vittoria di una città ambiziosa a digiuno da più di vent’anni non ha eguali. Firenze merita serate come queste. La speranza è che possa tornare a vivere una nottata di grande festa, una di quelle che i più giovani non hanno mai vissuto.
“Vincere sarebbe la ciliegina sulla torta”, ha ribadito ieri Milenkovic, dopo che Italiano aveva utilizzato le stesse parole a margine della vittoria con il Sassuolo. Se ce lo consentite, ragazzi, vincere stasera varrebbe ben più di una ciliegina. “Da Arzignano alla finale di Conference per entrare nella storia“, le parole del mister ieri in conferenza. Parole che sottolineano una crescita professionale incredibile e ribadiscono ulteriormente la grande occasione che ha in mano questo gruppo: l’immortalità. Vincere per un club che di trofei nella sua quasi centenaria storia ne ha accumulati ben pochi, soprattutto in tempi recenti, vorrebbe dire essere ricordati per sempre. E allora, che altro aggiungere? Forza, Fiorentina!
