Editoriali

Fiorentina, puntare sulle certezze che sembrano svanite per rialzare la testa

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Per superare un avvio così difficile, Pioli deve ripartire dai punti fermi che possiede la rosa a sua disposizione

Del periodo difficile della Fiorentina si è già detto e scritto di tutto. Tra chi contesta le scelte di mercato operate dalla società, chi vede in Pioli il principale responsabile, chi non risparmia nessuno tra proprietà, società e tecnico e chi chiede tempo perché siamo solo all’inizio di una lunghissima stagione. Tutte posizioni che hanno un fondamento di ragione.

Tuttavia, se per quanto riguarda il calciomercato i giochi sono fatti, Pioli può e deve trovare una soluzione per fare il meglio possibile col materiale a disposizione. Fare l’omelette con le uova che si hanno in casa, come avrebbe detto Paulo Sousa. E per farlo, non si può che ripartire dalle certezze che questa rosa ha a disposizione.

Una di queste è una certezza al contrario, ovvero una lacuna, ma decisa a tavolino: la Fiorentina non ha esterni alti in rosa. La squadra è stata costruita senza quel tipo di giocatori, perciò è davvero difficile pensare di poter ripartire dal 4-4-2 visto col Como. Lo sarebbe stato a prescindere, visto che sulle fasce contro i lariani c’erano due giocatori adattati (una mezzala/trequartista e un esterno basso), ma oggi il grave infortunio di Lamptey sembra mettere una pietra tombale sull’ultima idea tattica di Pioli.

Dunque, quali sono le certezze di questa Fiorentina? Gosens e Dodo, intanto. Entrambi non hanno iniziato la stagione in maniera scintillante, ma sono due tra gli esterni più forti di tutta la Serie A e vanno tutelati. Non avendo esterni alti da schierare, a meno che non si voglia proporre una sorta di 4-3-2-1, sistema di gioco ormai completamente sparito dal panorama europeo, il ritorno alla difesa a tre sembra inevitabile. Questo permetterebbe di esaltare le caratteristiche del brasiliano e soprattutto del tedesco. D’altra parte, l’unica certezza sulla costruzione di questa in estate era una difesa a 3 con Dodo e Gosens ‘quinti’ di centrocampo.

L’altra certezza è Moise Kean, che non sta rendendo al meglio anche per demeriti suoi ma dal quale la Fiorentina non può prescindere. Bisogna capire se è davvero possibile la coesistenza con Dzeko e Piccoli, perché finora i risultati sono stati terribili, con il reparto offensivo ancora fermo a quota 0 gol in campionato dopo 4 partite. Vero che Moise ha giocato in coppia con Retegui in Nazionale, segnando 3 gol in due partite, ma non tutti gli attaccanti sono identici. Se per ritrovare un Kean al 100% serve togliergli di fianco giocatori troppo simili alle sue caratteristiche, allora è un sacrificio che andrà compiuto. Soprattutto con il ritorno (ce lo auguriamo) di Gudumdsson.

Per il resto, di certezze non ce ne sono molte. In difesa e a centrocampo sta a Pioli trovare la quadra. In un momento così complicato, in cui non arrivano né gioco né risultati, salvo miracoli il tecnico gigliato sarà costretto ad affidarsi a soluzioni più pratiche, perché fino a oggi i suoi principi non sono stati assorbiti dal gruppo. L’ex Milan si è detto “fiducioso” che il gruppo recepisca i suoi dettami, ma ha anche ammesso che sarà costretto a “cercare soluzioni diverse”.

La prossima partita, quella da vincere a tutti costi, è tutt’altro che banale, perché è il derby toscano con il Pisa. Per i neopromossi è la partita dell’anno, perciò all’Arena Garibaldi ci sarà un’atmosfera bollente. Peraltro, a sostenere la Fiorentina non ci sarà nemmeno il tifo organizzato viola, che ha (giustamente) protestato per il caro biglietti nel settore ospiti. La squadra di Gilardino avrà extra motivazioni per far bene, quella di Pioli è chiamata a trovare la prima vittoria in campionato. Non si può tardare oltre.

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