Ritardo sul mercato, l’allenatore aspetta ancora qualche titolare per una stagione con più aspettative. Con obiettivo Europa.
E’ una Fiorentina ancora da completare. Tanti giocatori presenti a Moena che dovrebbero poi lasciare la maglia viola, diversi giovani che stanno provando a mettersi in mostra ma che poi andranno a giocare… e almeno due titolari che dovranno ancora arrivare dal mercato, più diverse alternative che dovranno dare competitività al gruppo 2018/2019. Ma il Pioli atto II parte anche da una base su cui lavorare, da tanti giocatori che conoscono già i suoi metodi di lavoro e che con dedizione si stanno mettendo sotto per preparare la nuova stagione.
UN ANNO DOPO. Non certo quell’80% di squadra che Pioli sperava di avere in ritiro, comunque il ritardo degli uomini di mercato specie in alcuni ruoli chiave (regista, esterno offensivo) resta chiaro. Ma in ogni caso siamo ben lontani dalla situazione di un anno fa. Quando c’era il fuggi fuggi dalla Fiorentina, tra certificati e ‘scuse’ varie, una smobilitazione generale che portò ad una pressoché totale rivoluzione. Un anno fa, a Moena, in partenza di ritiro c’era solo Sportiello di quella che sarebbe stata poi la squadra titolare. Solo in seguito si unirono Astori, Badelj, poi Milenkovic e quindi Chiesa.
In quel primo gruppo di Pioli c’erano persino Vecino e Rebic, poi partiti, insieme ai tanti esuberi poi ceduti (da Tatarusanu a Milic, da Mati Fernandez a Tomovic fino a Schetino e Hagi). Non c’erano, invece, i vari Biraghi, Laurini, Pezzella, Benassi, Veretout, Simeone (oltre a Thereau, Eysseric e Dabo), che poi sarebbero stati i titolari. Loro, base della nuova Fiorentina di Pioli, sono di fatto al primo ritiro viola a Moena: questo, al di là del pessimismo sul (reale) ritardo sul mercato, dà l’idea di come sia cambiata la situazione nel giro di un anno.
ATTESA, LAVORO E ASPETTATIVE. Pioli lo sa, e in attesa di ‘nomi importanti’ da parte di Corvino e Freitas, sta subito ‘spremendo’ i suoi in val di Fassa. Aveva chiaramente già iniziato a farlo a Firenze, dove il gruppo si era ritrovato in anticipo con tanta voglia di fare. L’Europa è alle porte, la possibilità di accedere ai preliminari sempre più concreta: stimolo importante per tutti, ed anche appuntamento da non fallire. Da ‘anno di transizione’ alle aspettative, adesso l’asticella si deve per forza alzare.
OBIETTIVI. “La Fiorentina deve puntare sempre almeno all’Europa”, disse chiaramente Della Valle. Unito alla volontà di migliorare l’ottavo posto della scorsa stagione, si capisce come l’obiettivo per quest’anno sia concreto fin da subito. Aspettative e un pizzico di pressione in più per tutti, per i giocatori, per la proprietà e per l’allenatore stesso. Attenuanti diminuite rispetto ad un anno fa, quando c’era piuttosto rassegnazione. Aria cambiata ma tanto lavoro da fare: Pioli sta ripartendo dal 4-3-3 con i giocatori a disposizione, un tridente offensivo che dovrà cercare con più concretezza la via del gol.
TRIDENTE. Problematica che lo scorso anno ha limitato in più occasioni una squadra che comunque creava molto, ma incideva poco in proporzione. Chiesa più vicino alla porta, provato per ora molto a sinistra per rientrare e concludere con il destro; dall’altra parte la ricerca è su un attaccante di fantasia, da giocata risolutiva ma anche capace di garantire diversi gol. Pjaca e non solo nel mirino, occhio alle sorprese perché il ‘terzo d’attacco’ dovrà essere un giocatore decisivo per la nuova Fiorentina. Questo mister X, insieme al mediano-regista che sostituirà Badelj, dovrà far fare ai viola il salto di qualità. Per questo, dopo aver investito su Lafont, serve non sbagliare questi ruoli chiave.
ALTERNATIVE E CESSIONI. Per poi inserire anche alternative di qualità. Specie se sarà Europa League. Nel mezzo Pasalic si giocherà il posto con Benassi, davanti da definire il vice-Simeone così come le alternative agli esterni, dietro qualcuno potrebbe arrivare come centrale, così come continua la ricerca di un dodicesimo tra i pali. Per il resto, c’è il lungo lavoro di ‘sfoltimento’. Vendere… e vendere, soprattutto, bene. Come fatto con Bruno Gaspar e Tomovic. Eysseric può avere un mercato importante in Francia, Sanchez probabilmente in Cina, Dragowski interessa all’Espanyol, più difficile monetizzare con Maxi Olivera e Cristoforo. Occhio poi a Saponara, e soprattutto ai soldi derivanti da Rebic: potrebbe insomma arrivare un bel ‘gruzzoletto’.
LEADER. Una squadra che comunque resta giovane: l’età media del gruppo a Moena è di 22,3 anni, con Milenkovic (arriverà lunedì 16) che abbasserà ulteriormente il dato. Anche per questo, Pioli aspetta acquisti ‘di personalità’, qualcuno di esperienza che possa diventare anche leader e trascinatore. Così come è diventato, in pochi mesi, German Pezzella. Il nuovo capitano alla guida della nuova Fiorentina.
Di
Marco Pecorini