Rassegna Stampa

Fiorentina, parola alla difesa. Ecco come Vanoli proverà a cambiare un reparto da horror

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Il nuovo tecnico ha una priorità assoluta: mettere a posto la fase difensiva della Fiorentina

Come scrive il Corriere Fiorentino, nel cercare di tirar fuori dai guai la Fiorentina Paolo Vanoli avrà una priorità netta, assoluta, evidente praticamente a tutti: la fase difensiva. È questo, in mezzo ad altri mille, il difetto (problema) più grave di una squadra che fin dall’inizio della stagione è parsa tremendamente fragile.

Sono i numeri, a dirlo: peggior difesa del campionato con 18 reti subite in 11 giornate (1,6 di media a gara) che sulla proiezione delle 38 partite porterebbero al dato monstre di 62 gol presi; 53 tiri nello specchio concessi (solo la Cremonese con 57 fa peggio); ultimo posto per Xg (expected goal , quindi occasioni potenzialmente da rete, concesse); 8 gol presi su palla inattiva (quasi il 50% del totale) e, anche in questo caso, non esiste squadra che abbia un dato peggiore di questo.

Anche a Marassi è andata in scena la sagra dell’orrore. Altri due gol presi, ed entrambi su calcio da fermo. Due dormite collettive che (eufemismo) proprio non vanno giù al tecnico. Eppure, in due soli allenamenti, Vanoli aveva già messo mano all’organizzazione difensiva passando dalle marcature a zona a quelle a uomo. Dovendo scegliere però, e avendo avuto pochissimo tempo, aveva tralasciato i dettagli per concentrarsi maggiormente sulla fase difensiva nella sua interezza e, quindi, sulla compattezza di squadra. Tradotto in termini pratici: un blocco un po’ più basso (ma senza rinunciare alla pressione a seconda dei momenti), basta marcature uomo su uomo in stile Gasperini ma difesa sempre e comunque di reparto (lui e Conte sono maestri in questa organizzazione), qualche muscolo in più in mezzo al campo.

Aspetti ovviamente importantissimi e sui quali in queste sosta si lavorerà come ossessi, ma che verranno sempre e comunque dopo rispetto a quello che ogni allenatore considera come il vero punto di partenza: l’attenzione. Si torna sempre lì, quindi. Al doversi rendere conto di quale sia la situazione e di come ogni singolo pallone (soprattutto in area di rigore) può rivelarsi fatale. Percepire il pericolo insomma, e non staccare mai la spina. Prossimo esame: Vlahovic. E scusate se è poco.

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