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Fiorentina ora serve il colpo grosso

RESTA in mente il destro basso di Badelj al minuto 82 di Fiorentina-Roma, un tracciante più angolato che implacabile, comunque palo-gol, tre punti agli sgoccioli dopo la sofferenza del primo tempo e un’accettabile ripresa (l’assist per il tiro era stato di Tomovic e questo rende il ricordo ancora più speciale): episodio raro, anzi unico, la sola vittoria viola contro una delle squadre che la precedono. Poi tre sconfitte esterne e due pareggi interni, con la conferma che le categorie nel calcio esistono eccome. E domani sera arriva il Napoli, cioè un treno in corsa che trasporta gol a grappoli e vendemmia viaggiando con il talento del suo trio d’attacco. Poteva capitare di meglio, o forse no perché la Fiorentina è alla ricerca di un’impresa per diradare il grigiore che la sta immalinconendo. Quanto varrebbe battere il Napoli nel borsino dell’autostima? Parecchio. Anche per riprendere coraggio in vista del mercato di gennaio?

IL RECUPERO di Badelj accanto a Vecino permetterà a Sousa di disegnare un assetto più logico rispetto alle ultime uscite un po’ naif (Genova, Roma) e Chiesa rischierà di portare via il posto a Tello in un momento in cui non sono permesse concessioni al passato, seppur molto luccicante e vissuto al Barcellona. ARRIVA l’avversario che gioca il calcio migliore e su questo concetto sono tutti d’accordo, perfino la Juve che lo precede di otto punti: Sarri è un ex allenatore di campagna che è riuscito a prendere possesso di una squadra di città – e che città – piegando ai propri voleri un collettivo che ha perso Higuain. E i 13 gol segnati nelle ultime 3 partite sono la conferma che la Fiorentina dovrà mettercela tutta per difendere il proprio primato d’imbattibilità al «Franchi». Questo è il momento in cui tutte le forze dovranno tornare utili, il rischio di avviarsi verso la zona-sbadiglio del campionato è concreto e la Fiorentina non può permettersi ulteriori cali di entusiasmo.

LO SA bene Sousa, prigioniero della sua gabbia vocale a beneficio del pubblico, un modo per difendere anche se stesso da deragliamenti pericolosi (il passato insegna e mette in guardia): «focalizzazione», «impegno», «volontà di far migliorare i giocatori a disposizione». Quindi zero assoluto in termini di spiegazioni e approfondimenti, che sull’assetto della squadra non sono arrivate nei momenti più felici. Figuriamoci in questo. La Fiorentina è dunque sempre attesa da riprove, intorno in clima varia rapidamente dalla fiducia allo scetticismo in base ai risultati. Due sconfitte hanno riabbassato l’asticella e la versione di Sousa in conferenza stampa è molto prossima ai minimi storici per piattezza verbale, energia trasmessa e prospettive di evoluzione. Questo magari potrebbe significare poco se in campo la squadra mostrasse continuità, ma il ritmo delle prestazioni viaggia a mezze partite.

DOMANI sera più di mille tifosi arriveranno da Napoli e troveranno la curva Fiesole in particolare e tutto lo stadio in generale pronti a sostenere la Fiorentina, nel rispetto della tradizione di vicinanza che si conferma nei momenti più delicati. Dopo due sconfitte consecutive molta elettricità volteggia sul campo viola: manca al pubblico la versione più spavalda della Fiorentina, quella che comandava le partite attraverso il suo gioco. L’assenza di Borja (che potrebbe essere convocato, ma ancora non si sa) molto ha cambiato il respiro della squadra, quella di Badelj a Roma lo ha reso ancor più debole. Il ritorno del croato insieme a Vecino potrà riproporre una squadra finalmente più attrezzata per ripartire attraverso sentieri meno banali. Ci vorranno altri interpreti in forma, a cominciare da Ilicic e Kalinic (male entrambi a Roma). E sulla fascia destra il derby Chiesa-Tella dovrà avere un vincitorte convinto del proprio mestiere, non soltanto un frequentatore di linee laterali.

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