Come riporta La Repubblica Firenze, cinque partite senza perdere. Storie diverse, chiaro, che però messe insieme alla fine ti dicono cosa sta accadendo. Nell’ordine: pareggio a Ferrara, altro pari in casa Lazio, vittoria senza se e senza ma contro il Sassuolo, mitico 0-0 a Napoli e vittoria con turn over in Coppa, nel deserto, contro la Samp. Se il pari in casa Spal non piacque a nessuno ( a parte la Spal), quello del San Paolo ci ha messo sotto gli occhi una Fiorentina maturata mentalmente, una squadra capace di concedere solo due tiri in porta al flipper di Sarri.
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Fiorentina niente scherzi: testa e cuore per sognare
Il lavoro di Pioli funziona, insomma. Intanto il tecnico ha costruito un gruppo consapevole delle proprie caratteristiche, siano esse pregi o difetti. Per questo la squadra in campo corre molto e soprattutto, non molla mai. Simeone non segna tantissimo ma la porta la vede eccome, Chiesa è quello che ti crea superiorità numerica, Thereau è il vecchio marpiione e Benassi e Veretout sono due centrocampisti bravissimi negli inserimenti. Poi ci sono due centrali difensivi sopra le righe e l’affiatamento di cui c’è bisogno per costruire un gioco umile ogni tanto impreziosito dalle giocate dei migliori. E tornando al Franchi, la Fiorentina non vuole perdersi l’occasione. Il gruppone in classifica racconta che bastano due partite azzeccate a trasformare una posizione anonima in qualcosa di più intrigante. Per cui questa Fiorentina oggi ci proverà, mentre Pioli avverte: « Affrontiamo un avversario che nelle due ultime trasferte ha fatto molto bene. Ci vorrà lucidità e qualità».
Sì, il Genoa di Ballardini fuori casa fa sempre la sua parte, anche perchè le ripartenze in velocità sono il suo forte. E questa volta la Fiorentina dovrà uscire dall’abito un po’ catenacciaro del secondo tempo del San Paolo e tornare a essere una squadra propositiva, come ha saputo essere col Sassuolo, quando di fatto non c’è stata mai partita. Servirà attenzione, ovvio, ma anche quella concentrata leggerezza che la squadra sta iniziando mettendo sul campo per dimostrare, un passo dopo l’altro, di meritare più di questo anonimato basculante.
Ecco, una vittoria oggi sarebbe un marchio su un dicembre vivo dopo un novembre un po’ malinconico. Poi Cagliari, e i quarti di Coppa Italia all’Olimpico, un passaggio che può veramente dare ai tifosi un messaggio concreto, perchè guardare il futuro ( mercato di gennaio compreso, speriamo) significa mettere la testa fuori dalla nebbia degli ultimi mesi. Intanto Pioli si tiene aggrappato alle sue certezze. In Coppa ha ritrovato Babacar, che comunque torna in panchina, come Saponara, che lentamente sta ritrovando la condizione perduta in mesi trascorsi tra infermeria e lavoro personalizzato.
Quindi si torna al 4- 3- 3, quello con Badelj tra Benassi e il mitico Veretout, ragazzo francese su cui il tecnico spende volentieri due parole. «Jordan è il calciatore che mi ha sorpreso di più. Per il momento che sta passando e per come si è inserito. E’ un centrocampista completo che può ancora migliorare».
Davanti Chiesa e Thereau giocheranno più o meno larghi intorno a Giovanni Simeone, alle prese con la prima vera sfida da ex della sua vita italiana. Il Genoa ha creduto in lui e lo ha lanciato nel campionato italiano, la Fiorentina ci ha buttato sopra quasi venti milioni per trovare un giovane centravanti che prendesse il posto dell’ex fenomeno Kalinic, quello che stupiva il mondo prima di restare inghiottito in una avvilente normalità.
E così oggi la Fiorentina proverà a tenere vivo questo momento speciale. Serviranno testa lucida e cuore a mille. La strada è quella giusta.
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