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Fiorentina, niente alibi: Sousa tiepido, classifica modesta, serve un segnale

Anche i più distratti hanno capito che Sousa non sogna più, è realista ai limiti dell’entusiasmo sindacale, colpisce perciò che lo abbia ripetuto anche ieri perché nessuno suppone più il contrario, visto il distacco professionale con cui l’allenatore ha affrontato la stagione. Nessuna sorpresa per le parole, semmai per l’opportunità di ripeterle ora. Probabilmente è stato un eccesso di coerenza.
Basta infatti rileggersi le dichiarazioni di metà luglio a Moena («Non mi aspetto nulla, allenerò chi avrò a disposizione») e le confessioni di metà agosto a Firenze («Ho imparato a essere realista, anche se conservo l’ambizione»). La sottolineatura di ieri ha avuto un ulteriore e forse involontario effetto-Tavor, perché la Fiorentina non arriva da una vittoria esterna contro il Real Madrid ma piuttosto dal pareggio interno contro il Crotone, al quale ha consegnato il secondo punto del campionato. Il campo infame, certo. L’interruzione del match, sicuro. Resta il fatto che, come ha sottolineato Astori, una squadra che abbia ambizioni è obbligata a battere l’ultima in classifica sotto la pioggia, il sole, la neve, la caduta di foglie e perfino al buio giocando a tasto.

Sousa ieri ha ribadito quello che tutti hanno capito da tempo, un pensiero trasferito in un’overdose di piattezza comunicativa che spesso ha trovato il corrispettivo in campo.
Il bello del calcio no-stop è che le parole vengono dimenticate in fretta se i risultati comunicano concetti opposti, la Fiorentina ha l’opportunità di dimostrare a Bologna che il Sousa non-sognatore riesce a gestire le ambizioni di un gruppo chiamato a dare sempre il massimo. Le due vittorie esterne consecutive avevano riconsegnato l’immagine di una squadra «nuova», almeno a livello tattico: finalmente un cambiamento dopo mesi d’incagli sullo stesso modulo, non più replicabile per difetto di intensità e contromisure prese dagli avversari.

Otto gol segnati in due partite, un appetito bulimico dopo mesi a dieta di tiri in porta. Il Crotone è stato un inciampo legato alle condizioni del campo? Possibile. La Fiorentina dovrà convincere tutti contro un avversario che parte forte (il Bologna ha segnato quasi il 30 per cento delle sue reti nel primo quarto d’ora in entrambi i tempi) e che gioca soprattutto in verticale cercando di far male in contropiede. Netta la differenza del possesso palla, 8 minuti in media in più a partita a favore della Fiorentina, la quale però dovrà ricordarsi che si vince solo tirando in porta.

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