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Fiorentina ‘multietnica’: 16 nazionalità diverse nel gruppo di Pioli

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Lingue e culture diverse, solo 5 italiani (3 nella squadra titolare).

Con Montella e Sousa era una Fiorentina ispanica, con il ‘primo’ Pioli si era rinforzata l’ossatura italiana con una forte matrice francese. Con il mercato appena concluso, si allarga la diversità di culture e lingue nel gruppo viola. Ben 16 nazionalità diverse, per una Fiorentina sempre più ‘multietnica’.

VIOLA ITALO-FRANCESE. Si riduce il numero di italiani, si allarga il gruppo francese. Ecco che si arriva al 5+5: Chiesa, Benassi e Biraghi, più Ceccherini e Sottil formano il clan italiano, Veretout, Laurini, Eysseric, Thereau e il nuovo acquisto Lafont compongono il gruppo d’oltralpe. A cui si aggiunge, per cultura e origine, anche Dabo, nato in Francia ma naturalizzato burkinabé (percorso inverso per Lafont, nato in Burkina Faso e naturalizzato francese). Solo tre, quindi, i titolari ‘azzurrabili’ per Pioli.

SUDAMERICANI. C’è poi la ‘banda’ di sudamericani. Pezzella e Simeone dall’Argentina, Vitor Hugo e Gerson dal Brasile (tutti potenziali titolari), fino a Maxi Olivera e Cristoforo dall’Uruguay (per adesso rimasti in viola). Sempre importante, insomma, la componente ispanica nel gruppo viola. A cui si aggiunge anche Montiel, spagnolo che farà la ‘spola’ tra prima squadra e Primavera.

EUROPEI. Si arriva quindi a tanti giocatori provenienti da diversi stati europei. Procedendo per ruolo, si parte dal polacco Dragowski, per andare allo slovacco Hancko e all’olandese Diks, passando per il danese Norgaard e lo svizzero (con origini portoghesi) Edimilson Fernandes, fino al croato Pjaca, al belga Mirallas e al ceco Graiciar. Due, invece, i serbi, ovvero Milenkovic e Vlahovic. Giovani e in rampa di lancio, entrambi ex Partizan: il primo sarà titolare, il secondo il vice-Simeone.

Ci sarebbe, infine, anche il norvegese Zekhnini, che però non dovrebbe rimanere a lungo a Firenze. In totale quindi sedici diverse nazionalità per una Fiorentina ‘multietnica’. Integrare i nuovi, trasmettere a tutti i valori della maglia viola. E arrivare a parlare la solita ‘lingua calcistica’: questa la missione di Pioli.

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