
Vittoria in Conference League e batosta in campionato: il problema della squadra viola comunque è sempre il solito
La Fiorentina fa un mezzo passo avanti, in Conference League vincendo in Scozia (mezzo per il valore degli avversari e per quello che è successo dopo). E ne fa due indietro con la batosta casalinga contro la Lazio. Eppure contro i biancocelesti la Fiorentina non era neanche partita così male. Ma se crei occasioni clamorose in 5 minuti senza mai segnare non è un alibi ma un aggravante. Se Immobile avesse avuto la maglia viola la partita sarebbe stata ben indirizzata già dopo pochi minuti.
E invece così non è andata. Anzi. La Fiorentina ha preso un’imbarcata prendendo 4 gol. Reti, almeno due su quattro, arrivate da situazioni oggettivamente leggibili ed evitabili. Ma così non è stato. Dunque mezzo passo avanti e due indietro. Sì anche e soprattutto a livello di singoli. Jovic è passato dalla buona prestazione in Conference League alla pochezza vista con la Lazio.
La considerazione dopo 9 giornate di campionato viene in automatico: la Fiorentina non è all’altezza delle squadre che attualmente si giocano un posto in Europa
E la classifica dice anche un’altra cosa che bisogna cominciare a considerare: la zona retrocessione è molto più vicina di quella europea. Ciò non vuole assolutamente dire che la Fiorentina è in lotta per non retrocedere. Ma certamente ci dà un’idea di quanto questa squadra sia stata indebolita rispetto alla passata stagione.
Ed è grave che nessuno all’interno della società lo abbia capito durante il mercato estivo. Dal presidente ai dirigenti fino ai giocatori. Si è sentito parlare di Champions League e ora vediamo questi risultati. Qualcuno in società ha toppato alla grande. Fortunatamente il tempo per rimediare c’è eccome, ma serve un cambio di rotta repentino.
Ma Italiano non può fare miracoli
A Italiano si chiede di più, c’è addirittura, tra i tifosi, chi ne vorrebbe l’esonero. Senza però capire che questa non è una rosa “rallentata” dal suo allenatore. E’ una Fiorentina modesta che forse proprio in panchina ha il suo elemento migliore. Certo Italiano può e deve fare di più, a lui si chiede di inventarsi qualcosa per dare un senso alla stagione.
Ma il sangue dalle rape non lo tira fuori nessuno. Se Jovic non segna mai, se Ikoné è ancora un giocatore incomprensibile, se Cabral è sparito, se Mandragora è stato preso per fare il regista ecc ecc non è certo colpa di Italiano. O almeno non soprattutto sua.
La Fiorentina è, dati alla mano, la squadra in Serie A che costruisce più occasioni da gol. Eppure non segna mai. Ciò significa che l’allenatore dà alla squadra i mezzi e gli schemi per arrivare alla porta, poi è il singolo che manca. La qualità dei giocatori nell’ultima giocata non è all’altezza della situazione.
A gennaio toccherà sperare nella società, chiamata a fare ciò che non ha mai fatto
Ora Italiano deve trovare il modo di raddrizzare la stagione fino alla sosta per il Mondiale. Poi sarà doveroso per la società intervenire sul mercato. E, per la prima volta dall’arrivo di Commisso, rinforzare la rosa e non indebolirla. A gennaio sarà un altro banco di prova soprattutto per la società.
Ha ragione Commisso: ha speso tanti soldi per la Fiorentina. Ma proprio la sua gestione ci dimostra che nel calcio spendere non equivale a rinforzare.

Di
Francesco Zei