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Fiorentina, mercato effetto zero: i nuovi acquisti hanno dato pochissimo a Italiano

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Dieci punti in dieci partite di campionato: i nuovi acquisti non hanno dato finora il salto di qualità che il club si aspettava, soprattutto in attacco e a centrocampo

Dieci giornate, dieci punti (cinque in meno rispetto allo scorso campionato): otto gol fatti, dodici subiti. I numeri raccontano di una Fiorentina che si è indebolita. E per forza di cose il pensiero va a un mercato che finora non ha dato i risultati che in tanti speravano. «Sono arrivati giocatori importanti e di qualità — ha detto Italiano prima dell’inizio di una stagione che si sta rivelando tutt’altro che semplice — poi starà a loro dimostrare di essere migliori di quelli che sono andati». Un modo per stimolare i nuovi arrivati. Ma anche per sottolineare come non fossero stati acquistati top player o campioni affermati. Scommesse: questo, chi più chi meno, erano i colpi estivi. Scrive il Corriere Fiorentino.

Andando in ordine di ruolo, si può partire dal cambio Dragowski/Gollini

Il primo, dopo 10 giornate dello scorso campionato, ne aveva giocate cinque da titolare. Ma, sul suo rendimento, pesava l’infortunio che lo aveva messo k.o. col Napoli, alla settima. In quelle cinque presenze comunque, il polacco, aveva incassato sei gol: 1,2 di media a partita. L’ex Atalanta per ora, ha giocato tre partite su dieci in Serie A, subendo 2 reti: 0,66 di media. Da questo punto di vista quindi, i viola sembrerebbero averci guadagnato. Certo, se poi si analizza il rendimento di Gollini in Conference la storia cambia. In coppa infatti «Gollo» ha giocato 4 gare, ha incassato 5 gol. Ma, soprattutto, ha infilato diversi errori.

E poi Dodo. Il brasiliano sta tenendo un rendimento (in termini di presenze) abbastanza simile a quello di Odriozola. Ma, considerato l’investimento fatto (14,5 milioni più 3,5 di bonus) la Fiorentina non può certo essere soddisfatta. Colpa soprattutto dei problemi fisici. Che però, considerando che non giocava da nove mesi una gara ufficiale, erano da mettere in conto.

Dove il confronto diventa impietoso è tra centrocampo e attacco

Mandragora in campionato ha giocato dall’inizio sei partite su 10, segnando un gol (al quale si aggiunge quello in Conference) e fornendo un assist. Torreira aveva giocato meno (5 volte dall’inizio) e non aveva ancora trovato il gol. Ma in tutte le altre graduatorie (palloni recuperati, passaggi riusciti, giocate utili) stava facendo meglio dell’ex Toro. Senza considerare il suo contributo in termini di equilibri di gioco. Nei quali, Mandragora, non sembra essere ancora entrato a pieno. Quasi inutile, invece, sottolineare la differenza tra Vlahovic (5 gol nelle prime 10 della scorsa Serie A) e Jovic. Nel complesso, considerando anche Barak, fino ad ora i nuovi acquisti hanno messo insieme 1.939 minuti sui 4.500 disponibili in campionato se avessero giocato sempre. Portando in dote 2 gol (1 di Jovic, 1 di Mandragora) e 1 assist dell’ex granata.

Numeri che crescono (di poco) sommandoci le partite di coppa

In questo caso, dopo 16 partite ufficiali, il contributo sale a 7 gol (altri due di Jovic, due di Barak e un altro di Mandragora) e due assist. Un mercato ad impatto (quasi) zero, che si inserisce in una tendenza (dal 2013 ad oggi) che vede i viola investire pochissimo sui giovani. In questo arco di tempo infatti, secondo un report del Cies (Osservatorio statistico del calcio) gli acquisti della Fiorentina hanno un’età media di 26,03 anni.

La settima più alta tra i 5 campionati top (Serie A, Liga, Premier, Bundesliga e Ligue 1). E, in Italia, soltanto Inter e Milan (che da un paio d’anni però ha decisamente cambiato rotta) hanno comprato giocatori con un’età media più alta. Difficile, con questa politica (da imputare anche alla proprietà precedente) pensare di crescere.

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