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Editoriali

Fiorentina meno bella, ma chi se ne frega! In palio c’è il ri-scrivere la storia. Intanto la crescita continua

La Fiorentina raggiunge la finale di Coppa Italia e sogna di riscrivere la propria recente storia. In palio un trofeo, col cammino in Conference League ancora aperto

La Fiorentina di queste ultime uscite non è certo la stessa che, fino ad un mese fa, metteva in fila vittorie e prestazioni. Nelle coppe e in Serie A, in casa e in trasferta, contro squadre di altissima fascia e di rango inferiore. Pazienza, adesso conta più il risultato della prestazione, conta più la pratica che l’estetica. La Fiorentina è in finale di Coppa Italia, dove l’ostacolo è di altissimo coefficiente. L’Inter, infatti, non sbaglia mai partite secche da quando c’è Inzaghi in panchina, è tra le prime 4 squadre d’Europa (con l’opportunità di migliorare ancora tale risultato) ed è decisamente più forte della Juventus. Poco male, visto che nelle finali tutto può accadere e che, nelle due partite in cui nerazzurri e viola si sono incrociati quest’anno, la Fiorentina di Italiano ha ottenuto un successo meritato a San Siro e un ko beffardo allo scadere al Franchi, dimostrando di avere tutte le carte in regola per poter avere la meglio della squadra meneghina. O quantomeno di potersela giocare. Poi c’è ancora il fronte Conference League aperto, più che mai. Il Basilea non è squadra da sottovalutare, ma la possibilità di andare a disputare un’altra finale c’è tutta.

ENTUSIASMO. Le finali non si giocano, ma si vincono. Il detto è chiaro, perché conta poco arrivarci e non vincere. Relativamente poco, tuttavia. Perché questa Fiorentina ha riacceso l’entusiasmo di una piazza che da anni viveva nella mediocrità, che aveva paura di essere condannata a tale destino anche in questa stagione e che adesso sogna. Si stanno mobilitando da tutte le parti d’Europa e del Mondo per arrivare a Roma il 24 maggio, con una voglia immensa di riprendersi quanto quella folle serata del 2014 tolse a chi ha la Fiorentina nel cuore. Da qui la coreografia esposta in maniera chiara da parte della Curva Fiesole in occasione della gara con la Cremonese. C’è voglia e bisogno di vincere, di porre fine ad un’astinenza che dura da troppo tempo, digiuno che non appartiene alla storia della Fiorentina. Di occasione, comunque, ce ne potrebbe essere subito comunque un’altra, qualora dovesse essere superato l’ostacolo Basilea.

LE BASI. Arrivare in fondo e non vincere…non conta, relativamente, dicevamo. Perché questa Fiorentina non ha ancora il pedigree di chi può permettersi di partire coi favori del pronostico o di avere l’obbligo di vincere. Sta gettando le basi di un percorso di crescita, iniziato con l’arrivo di Vincenzo Italiano nel luglio del 2021, che l’ha vista arrivare al primo anno al ritorno in Europa e in semifinale di Coppa Italia, al secondo in finale di Coppa Italia e in semifinale di Conference League. Molti calciatori che compongono questa rosa non sono campioni. Qualcuno forse non lo diventerà mai. Tanto che sono serviti dei mesi per interiorizzare l’abitudine al triplice impegno, al mantenere la concentrazione al 110% ogni singolo minuti di ogni singola partita. A tutti, ai calciatori ed anche all’allenatore stesso. La crescita è evidente. Le prospettive sono interessanti, con l’abitudine a giocare gare di un certo peso specifico che sta migliorando. Se sarà gloria lo diranno i prossimi impegni. E sarà pure meno bella, ma chi se ne frega. La Fiorentina può riscrivere la propria recente storia. Per come si erano messe le cose, non era cosa scontata.

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