I viola faticano contro un Leicester più pronto: ecco chi si è messo in mostra e chi no nella prima amichevole in terra inglese
La Fiorentina cede 2-0 al Leicester in un’amichevole dal sapore amaro, risolta già nella prima frazione di gioco dai gol di Ayew e Fatawu. I viola, apparsi ancora lontani dalla forma ideale, hanno sofferto soprattutto dal punto di vista fisico contro un avversario più rodato.
Nel primo tempo Pioli sceglie il 3-4-2-1, con Bianco e Sabiri in mediana, Fortini e Parisi esterni, mentre Richardson e Fazzini supportano Beltran, schierato da prima punta. Nella ripresa, spazio ai cambi: Fagioli entra al posto di Bianco, poi tocca a Ranieri, Comuzzo, Dodò, Gosens, Ndour, Gudmundsson, Dzeko e Kean, che protesta per un presunto tocco di mano non sanzionato.
I TOP
MARTINELLI. Incolpevole sui gol di Ayew e Fatawu. Evita al 68′ il tris delle Foxes con un ottimo doppio intervento: prima ipnotizza McAteer a tu per tu, poi è attento anche sulla ribattuta di El Khannouss.
DODO. Entra al 60′ con il resto di quelli che al momento Pioli sembra considerare i titolari. Sembra quello più in forma: si concede diversi sprint sulla fascia destra e arriva un paio di volte al cross. La prima volta Kean e Dzeko si ostacolano e non riescono a concludere in porta; nel secondo caso pesca Gosens sul secondo palo, ma il colpo di testa del tedesco finisce fuori.
I FLOP
PARISI. Disastroso nel primo tempo: dalle sue parti Fatawu fa quello che vuole. Il ghanese gli scippa prima il pallone che porta al gol del vantaggio di Ayew; sette minuti dopo lo scherza con un sombrero, per poi involarsi e concludere con un sinistro a giro capolavoro che fissa il risultato sul 2-0.
BIANCO. In mezzo al campo non si vede quasi mai. E come se non bastasse, si fa bruciare dallo scatenato Fatawu nell’azione che porta al 2-0. Viene sostituito da Fagioli all’intervallo, l’unico a essere sostituito prima della girandola del 60′ (eccezion fatta per Fortini, alla prima uscita di rientro dall’infortunio). Un cambio che sa di bocciatura.
SABIRI. Anche lui fatica a trovare ritmo e collocazione nel gioco. Si muove molto, ma con poca incisività e senza riuscire a rendersi utile nella costruzione. Poco preciso nei passaggi, non riesce a dare continuità alla manovra e resta ai margini del match. Prestazione opaca, con tante buone intenzioni ma pochi risultati concreti.
FORTINI. Prova a mettersi in moto nonostante una condizione ancora lontana dal top. Si vede la voglia di incidere, ma il passo è ancora pesante e nei duelli paga qualcosa in termini di reattività e tenuta. L’impegno non manca, ma il fisico lo limita. Esce presto, com’era previsto, per evitare di forzare troppo.
BELTRAN. Agisce da riferimento offensivo, ma resta spesso isolato e fuori dal vivo del gioco. Le poche occasioni a disposizione non bastano per mettersi in mostra, e quando finalmente trova spazio per il tiro viene prontamente bloccato. Le solite difficoltà nel trovare rifornimenti lo penalizzano, e la prestazione ne risente. Rimane ai margini, senza riuscire a lasciare il segno.
Di
Neri Sangregorio