Secondo La Nazione in edicola stamani, ad Atene Lucas Beltran si è comportato da leader del gruppo
Servirebbe e servirà un leader a questa Fiorentina. Servirebbe e servirà un punto di riferimento. Uno di quegli uomini capaci
di tenere sempre alta la testa e trasmettere a tutti quell’energia (soprattutto psicologica) che spesso è la base giusta, vera e
decisiva, per affrontare ogni situazione. Servirebbe un Vikingo (sì, con la ‘v’ maiuscola), alla Fiorentina e lo si è capito bene,
molto bene, nelle facce lunghe e a loro modo smarrite che hanno accompagnato la squadra nello spogliatoio dopo il ko (in-
credibile) con il Panathinaikos e quel rito di presentarsi (i giocatori) sotto la curva dei tifosi amici in gesto di scusa (in questa
occasione) nei confronti di chi alla Fiorentina, al gruppo, all’allenatore, ai giocatori continua a dare fiducia, scrive La Nazione.
Già, il Vikingo. Perché se c’è una piccola ma essenziale nota positiva che la squadra viola si è portata a casa dalla trasferta in
Grecia è l’atteggiamento e quella voglia _ assolutamente giustificata _ di prendersi responsabilità sulle spalle di Lucas Beltran.
E sia chiaro che l’episodio del gol, un gol fra l’altro da centravanti di razza, c’entra assolutamente in parte. Il Beltran che ha
vissuto, affrontato e poi stigmatizzato quando combinato dalla Fiorentina ad Atene ha fatto riaccendere i riflettori su quella qualità da ‘punto di riferimento’ che l’argentino si porta dentro.
Si è battuto sul campo (uno dei pochi salvabili nel disastro greco) e si è battuto anche nel dopopartita, quando con le sue pa-
role («nella ripresa siamo tornati in campo addormentati») ha voluto dare una sferzata ai compagni. (…)
Di
Redazione LaViola.it