Come riporta La Repubblica Firenze, intorno a Natale dirigenti e allenatore faranno il punto della situazione, con la speranza che da qui ad allora la Fiorentina dia qualche segnale di coerenza. Il tecnico, comunque, ha già le idee abbastanza chiare e i suoi rapporti con la proprietà sono sempre costruttivi. Pioli è un uomo molto educato e molto limpido. Il confronto tra i dipendenti di Ddv sarà interessante, perché a gennaio ci sarà da trovare qualche idea intrigante, sicuramente più utile alla causa di buona parte di quelle messe in pratica in estate. È chiaro a tutti che questa squadra ha dei limiti tecnici abbastanza evidenti. Il bicchiere mezzo pieno racconta di molta volontà e molto cuore. E anche di giocatori interessanti, come Benassi, Pezzella e Veretout. Niente di stratosferico, ma buoni giocatori di sicuro, col difensore una spanna sopra gli altri. Il vero problema della società sarà quello di riportare un po’ di tifosi allo stadio. L’atmosfera è quella del distacco progressivo.
Non è un problema di amore, ma di questa strategia dell’attesa al ribasso che ha tolto emozione alla faccenda. L’idea del progetto giovani sarebbe intrigante se la Fiorentina avesse la forza di trattenere un gioiello come Chiesa almeno quattro anni. Allora il giovane talento avrebbe modo di sbocciare per davvero e di trascinare la squadra oltre la sua dimensione. Ma la Fiorentina avrà questa forza, saprà resistere così a lungo alle mega offerte per uno dei giovani talenti più interessanti del campionato italiano? È evidente che buona parte del dilemma è racchiuso in questa domanda, che forse porta con sé già una risposta. Il sentimento di distacco dal Franchi in buona parte è dovuto a questo mare senza vento, il cui futuro non è così certo. La polemica pro e contro Della Valle inizia a stancare, le dichiarazioni di rito sul futuro stadio fanno quasi ridere, il rinnovo dei contratti enfatizzato eccita poco o niente, il verbo blindare non è più credibile, anche perché da queste parti significa solo mettere il cartellino col prezzo sulla maglia del giocatore. E allora? Beh, la società si gioca la carta Antognoni per cercare di ammorbidire i rapporti coi tifosi, che però, al di là di qualche coro e di qualche striscione, più che arrabbiati sembrano vivere in una sorta di limbo della serie «Quando decidete di tornare a fare sul serio fateci uno squillo».
Ma c’è un fatto da non sottovalutare: a questa squadra, al di là di tutto, si può solo voler bene. L’allenatore ci mette l’anima per cercare di tirar fuori qualcosa di interessante. Una missione non semplice. E i giocatori danno veramente tutto, e se crollano è perché non c’è una panchina all’altezza e quando finisce la benzina la Fiorentina passa dalla corsa e della volontà a una avvilente mediocrità. Ma si potrà mai condannare chi in campo mette tutto se stesso? No, e questo i tifosi lo sanno bene. Quando Astori, dopo la sconfitta con la Roma, ha dichiarato «Siamo in linea con le aspettative del campionato», è apparso chiaro che la situazione è quella che è, e Pioli dovrà fare un miracolo per inventare effetti speciali. Ma questa squadra fragile e imperfetta merita solo affetto. Non è colpa di Biraghi se la Fiorentina non ha voluto investire sui terzini. E questo è solo un piccolo esempio. Uno dei tanti.
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Redazione LaViola.it