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Fiorentina, i motivi del nuovo blocco

La Fiorentina si accende e si spegne, esalta i suoi tifosi e li deprime nello spazio di pochissimi minuti, prende e butta via punti. Quest’anno è già accaduto addirittura dieci volte. I casi più eclatanti restano le partite con il Crotone (dopo il diluvio la squadra è rientrata in campo molle e senza idee), con il Bologna (primo tempo splendido, secondo coi remi in barca) e con la Sampdoria (dove i viola sono passati dagli applausi ai fischi nello spazio di un tempo). Ma resta difficile dimenticare anche i black-out di Liberec, di Cagliari; e ancora quelli con il Milan, il Torino dopo l’errore difensivo sul gol-partita e al debutto dello Stadium, appena dopo l’illusione del pareggio firmato Kalinic. Questa Fiorentina, insomma, non riesce a guarire dal singhiozzo.

E così rischia di essere l’eterna incompiuta e di gettare a mare i progressi, tattici e di gioco, messi in mostra in queste ultime partite: «Siamo stanchi, l’Europa pesa. Chi gioca il giovedì paga dazio. E la cosa non vale solo per noi», ha detto Paulo Sousa domenica sera. Dando un’occhiata ai risultati delle altre, è verissimo che il Sassuolo è in crisi proprio per quello, ma è altrettanto evidente che i mali dell’Inter non arrivano certo dalla coppa (affrontata per altro con le seconde linee), mentre la Roma di Spalletti ha un organico talmente vasto da potersi permettere di giocare tre volte nell’arco della settimana e senza particolare problemi.

Ma veniamo ai numeri della Fiorentina dopo le fatiche del giovedì: ha vinto due volte (Roma e Cagliari), pareggiato una (Samp) e perso nella Torino granata, per una media di 1,75 punti per gara, addirittura più alta di quella (1,5) del campionato. La rosa più ampia voluta in estate d’altra parte dovrà pur servire a qualcosa. La stanchezza per i tanti impegni insomma può essere uno fattori che influenzano il rendimento, non certamente l’unico. Anche perché proprio con i blucerchiati, la Fiorentina complessivamente ha percorso ben 111,9 chilometri: una distanza mai coperta in stagione, che sottolinea una certa fragilità mentale prima che fisica.

Val la pena poi analizzare come avvengono certi sbalzi di rendimento: quando sente la partita in pugno, la squadra di Sousa cala di intensità (a Cagliari ha preso due gol nel finale, in Repubblica Ceca per poco non stava per rimettere in corsa lo Slovan), ma allo stesso tempo va in difficoltà non appena si verifica un episodio sfavorevole: il rigore sbagliato con il Milan per esempio, la papera di Tatarusanu sotto l’acquazzone della settimana scorsa, ma anche lo stesso gol di Muriel che ha permesso alla Sampdoria di sfiorare il colpaccio al Franchi. Fragilità, sfiducia, tentennamenti, che per il momento non trovano spiegazioni (nell’ambiente viola c’è ancora fiducia di poter ribaltare la situazione) ma a cui servirà mettere un freno per non rassegnarsi a una stagione da comprimari.

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