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Fiorentina-Genoa e la brutta sorpresa di ritrovarsi in lotta per la salvezza

La stagione delle due squadre, come quella dell’Empoli, condizionata anche dalle scelte dei cambi di allenatore

Forse mai come quest’anno la lotta per restare in Serie A ha autorizzato il vecchio, caro senno di poi sul cambio degli allenatori: tre squadre in corsa per evitare l’apnea, tre squadre che in corsa hanno scelto un altro (o due) tecnico. E giù valutazioni sul miglior dna salvezza di Ballardini (e anche Juric) rispetto a Prandelli; rimpianti su modi e tempi di consumazione del rapporto di Pioli con Firenze; calcoli su dove sarebbe oggi l’Empoli se Andreazzoli non avesse dovuto interrompere per i quattro mesi dell’era Iachini il suo discorso.

Senno di poi, appunto: la storia del nostro campionato è piena di squadre che hanno svoltato sterzando sulla guida tecnica, come di squadre – come riporta la Gazzetta dello Sport – che sono invece precipitate ancora di più, dopo aver scelto la rivoluzione.

La chiave è (anche) un’altra, riguarda la stabilità complessiva di un progetto. E qui il discorso coinvolge più la Fiorentina e il Genoa rispetto all’Empoli, che non ha mai avuto altra ambizione rispetto alla salvezza e non si è mai sentito al sicuro: neanche per un giorno. Fiorentina e Genoa sì: proprio il trend dell’Empoli – che ha avuto un’impennata solo nelle ultime tre giornate – è stato l’ombrello sotto il quale illudersi di trovare protezione.

Il precipitare delle due squadre ha accentuato, piuttosto che metterlo in secondo piano, il rapporto conflittuale delle piazze con le rispettive società. Ha dato nuove sensazioni olfattive: odore di smobilitazione anche dove forse (ancora) non c’era. Ha fatto sentire le squadre più fragili, sole in lotta contro tutto e tutti. Al Franchi si capirà a chi è rimasta più forza per l’ultima ribellione ai propri errori.

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