Rassegna Stampa

Fiorentina, finale amaro nella notte più amara

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Contro il Milan succede tutto in 5 minuti. L’orgoglio viola stavolta non basta

Succede tutto in una manciata di minuti, scrive La Nazione, e il Milan, cinico, spietato e oggettivamente forte, strappa alla Fiorentina, la partita che Italiano e la squadra volevano consegnare alla memoria di Joe Barone. Partita che nel computo dei punti in classifica dà anche una brutta spinta all’indietro alle ambizioni europei della formazione viola. Champions ormai un miraggio ed Europa League tutta in salita.

GRANDI EMOZIONI. “Ciao Joe”, si chiude così il video che racconta il ricordo del dg Barone. Un minuto e mezzo di emozioni raccontate dalle immagini della vita in viola del dirigente scomparso. Poi l’applauso del Franchi che ha accompagnato una coreografia imponente. Dalla Fiesole alla Maratona, migliaia di bandierine viola, bianche e rosse per una cornice immensa.

LA PARTITA. Il Milan parte con più forza. Leao si fa vedere un paio di volte in modo pericoloso, anche se il primo salvataggio di Terracciano arriva su una botta di testa di Chukwueze (17’). La Fiorentina comunque c’è e poco prima della mezz’ora ci prova con Belotti (ribatte Maignan) e poi Ikonè (di poco fuori). Il primo tempo si chiude con il Milan in batteria. Gli affondi di Leao e Giroud (che sbaglia un palla d’oro) sono una spina nel fianco. I viola resistono.

SECONDO TEMPO. La ripresa si è accesa da due minuti quando il Milan passa. Difesa troppo alta della Fiorentina e contropiede rossonero. Tacco di Leao che si trasforma in assist per Loftus-Cheek, libero dopo lo scivolone di Milenkovic: 0-1. Reazione viola immediata e 180 secondi dopo lo svantaggio una bomba di Duncan rimette la partita in carreggiata. O almeno pare. Visto che passati altri tre minuti, Leao firma in solitaria il nuovo vantaggio rossonero approfittando della voragine difensiva della Fiorentina che inghiotte i tentativi di recupero sull’attaccante di Milenkovic e Quarta. Ci prova Belotti (18’) a riacciuffare il pari: il tiro è all’incrocio (o quasi) ma Maignan è lì. Maignan che (27’) chiude bene anche su Mandragora. Poi la girandola delle sostituzioni e pochi spunti da rivedere. E la parola fine sul primo match senza Joe Barone.

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