Le dichiarazioni del capitano viola sul momento della squadra e in vista del 2023
Il capitano della Fiorentina Femminile, Alice Tortelli ha parlato al canale ufficiale viola:“È un buon momento sto bene fisicamente e mentalmente. Chiudere l’anno così è stata una sorpresa piacevole, la stagione sta andando come volevamo. I tanti nuovi ingressi hanno portato entusiasmo, serenità, tranquillità. C’è una buona armonia, non solo nella squadra ma anche nello staff.”
MOENA. “Un inizio sicuramente positivo, un miglioramento importante. Ci ha aiutato molto a compattarci. In questo devo fare un plauso al nostro nuovo Team Manager che ha lavorato tanto per far sì che tutte stessimo bene e pensassimo solo a giocare. È un piccolo dettaglio ma che fa un’enorme differenza. Lago, terme, pizza e tanto tanto campo: ci siamo focalizzate sull’essere squadra e sul conoscerci meglio”.
IL 2022. “In realtà ho trovato dei lati positivi nelle difficoltà del primo semestre. Mi hanno aiutato a capire dove abbiamo sbagliato e dove poter migliorare. Tutti abbiamo commesso errori, ci è servito imparare a non ripeterli. Poi sono arrivate nuove giocatrici che mi hanno aiutato nel ruolo di Capitano, una su tutte Alice Parisi che ha l’esperienza e il “tocco”. Mi è preziosa nei miei “doveri” da capitano e questo rende tutto più semplice”.
CAPITANO. “Quest’anno mi viene più naturale e le mie compagne mi aiutano. Le ragazze straniere si sono integrate bene anche se non è stato difficile coinvolgerle. Per esempio è tornata Laura (Agard ndr) che conosce l’ambiente, la mentalità e la cultura italiana. Spesso sono mondi opposti ma una come lei ha aiutato le nuove a capire come funziona. Sono sempre Alice. Riporto la mia persona anche in questo ruolo. Non faccio sermoni pre partita, sono un capitano silenzioso, ho il mio stile. Anche dopo la sconfitta con il Milan non ho fatto discorsoni, non era necessario. Devi dimostrare con l’esempio in campo. Non parlo, mostro. Sono introversa, ma quando c’è da risolvere un problema vado dal singolo, preferisco parlarne a quattr’occhi”.
MOMENTI. “Sul peggiore ripeto il match contro il Milan. Sul migliore anche se sembra scontata dico l’ultima vittoria sul Parma. È stata una grande conferma dopo un periodo non semplice. La dimostrazione migliore del nostro valore è stata vincere così, con gioco e personalità contro una squadra assolutamente insidiosa come il Parma”.
LAUREA. “Esatto, sono al terzo anno di Ingegneria Biomedica. È un percorso di sei anni che ho iniziato quando l’idea del professionismo era ancora lontana. Volevo crearmi una carriera parallela in caso avessi dovuto smettere di giocare. La scintilla è stato un documentario sulle protesi e casualmente nel mio anno di immatricolazione c’era questo nuovo corso a Firenze. Coincidenze incredibili. Per adesso sono una calciatrice e questo è il mio mestiere. Ho la possibilità di arricchirmi culturalmente e non me la faccio sfuggire, in futuro staremo a vedere”.
DONNE. “Abbiamo fatto molti passi avanti nella nostra cultura ma quando accadono questi eventi ci dobbiamo fermare a riflettere. Non capiamo alle volte quanto siamo fortunate, esistono mondi lontani dove c’è una sofferenza che forse nemmeno possiamo immaginarci. Le piccole cose di cui ci lamentiamo non sono reali. Nella nostra realtà le donne hanno una considerazione molto migliore, nel nostro piccolo la Fiorentina Femminile ha tutto quello che le serve e che la dirigenza dà alla squadra maschile. Allargando un po’ lo sguardo nel mondo del calcio, vedo comunque poca meritocrazia e credo che invece dovrebbe essere la discriminante. Penso che sul lavoro non esista genere e questo vale per allenatori, dirigenti, addetti ai lavori: o sai o non sai. E se meriti, donna o uomo che sia, allora devi ricoprire quel ruolo”.
VIOLA PARK. “Ho iniziato a San Marcellino e nel 2023 sarò nel padiglione femminile. È un cambio incredibile. Nel calcio femminile c’è molto più attaccamento alla città e alla maglia, come vedi sono tornate a Firenze anche giocatrici tipo Parisi ed Agard perché la verità è che qui si sta bene. È fattibile ma dipende da come lavoreremo. Serve fame. Per me non è stato semplice e ho trovato una strada più in discesa rispetto a chi mi ha preceduta. La verità è che ero affamata e volevo veramente diventare calciatrice. Le giovani d’oggi non devono pensare che un’opera come il Viola Park sia scontata: loro non sono mai state viste come “la bambina che gioca a calcio”, non hanno mai avuto solo due o tre squadre che le accettassero. Adesso è tutto più semplice, la Fiorentina ha dato loro un futuro, ma quel qualcosa in più va messo in campo.”
VIAGGIO. “Faber est suae quisque fortunae – Ognuno è artefice del proprio destino”? Ho un tatuaggio proprio con questa frase. Credo che ognuno di noi debba scegliere le tappe del proprio viaggio, nel 2023 e anche più avanti. Al di là del calcio ho tante passioni, mi piacciono le culture intense come quelle del Sud Est asiatico, del Centro America. Un progetto ancora irrealizzato è fare volontariato in Africa.Non ha mai combaciato con il calendario di una calciatrice, ma un giorno potrebbe essere un’altra pagina del mio libro”.
IL MIO 2023. “Vogliamo riconfermaci. Abbiamo giocato una buona prima fase, la concorrenza è altissima e non sarà facile ma dobbiamo provarci. Noi apparteniamo alle zone alte della classifica e vogliamo dimostrarlo. È questo il mio obiettivo ma posso dire che sia lo stesso di tutta la squadra.” E tu che capitano vuoi essere nel 2023? “Lo stesso. Con la passione che mi muove e con la meta che abbiamo: dimostrare a noi stesse, alle altre squadre e ai tifosi che possiamo essere la Fiorentina che vince”.

Di
Redazione LaViola.it