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Equilibri precari, l’obbligo di ripartire. Tutti sul filo del rasoio

Si naviga a vista. E il momento in casa Fiorentina è sempre più teso. Situazione figlia del 2-4 contro il Borussia Monchengladbach, con conseguente eliminazione dall’Europa League. Ma che segue la continua altalena di risultati degli ultimi due anni, con scelte discutibili e conseguenze (forse) preventivabili. “Questo è il momento più duro da quando sono a Firenze, non troviamo una spiegazione a quello che è successo”, ha sintetizzato con parole eloquenti il capitano Gonzalo Rodriguez. Uno dei paradossi degli ultimi mesi viola: leader in scadenza, in fin dei conti ‘delegittimato’ dalla società, che gli ha offerto il rinnovo solo a cifre inferiori a quelle attuali.

Andrea Della Valle giovedì sera aveva detto: “Non ho mai visto una partita del genere in 15 anni”. Ieri è andato in scena un vertice al centro sportivo: Sousa per adesso resta, ma la gara con il Torino è già un bivio. Si vive, insomma, sul filo del rasoio. Equilibri precari, anche nel rapporto sempre più teso tra la piazza e la proprietà. Ma anche tra tifosi e allenatore/squadra. Una contestazione andata in scena già al fischio finale di Fiorentina-Borussia, con cori contro tutti. Sousa e Della Valle, più Corvino e la squadra. Tutti nel mirino, nessuno escluso.

E domani mattina, altro atto da seguire con attenzione: ““ADESSO BASTA! La Curva Fiesole chiama a raccolta tutti i Fiorentini in occasione dell’allenamento di domani mattina ai campini per far sentire fortemente la propria rabbia nei confronti di una società, un allenatore e dei giocatori che non stanno onorando la Fiorentina e i suoi tifosi. RISPETTO PER FIRENZE!”, hanno scritto in un duro comunicato, firmato Curva Fiesole, i tifosi viola. Altro incrocio a nervi tesi, da capire come la situazione si evolverà e quanto sarà aspra e dura la voce dei tifosi e la contestazione domenicale.

Anche perché, alle ore 13 torna a parlare Paulo Sousa. Dopo la delusione a caldo di giovedì sera, dopo il vertice con la società. Con un futuro che lo vede sempre più lontano da Firenze. A giugno, o forse prima. Chissà che il portoghese, che in conferenza stampa ha spesso concesso concetti ‘frizzantini’ e argomenti di discussione, non possa aprire un altro capitolo mediatico nel suo rapporto con Firenze. In questa situazione tesa, del resto, una parola ‘fuori dai canoni’ può aprire ulteriormente la frattura.

Il tutto, con l’obbligo di ripartire. Di dare una reazione. Non tanto (forse) per la classifica, quanto per l’orgoglio e l’onore. Chissà che anche la stessa ‘strigliata’ dei tifosi attesa per domattina non possa dare una scossa a tutti. In primis ad allenatore e squadra, che poi effettivamente ‘decidono’ sul campo. A febbraio senza più obiettivi concreti, fuori dalle coppe e con la zona Europa in campionato sempre più lontana (ancor più con la vittoria dell’Atalanta a Napoli). Con il Torino forse l’ultimo appello. Se non per la classifica, quanto per la ‘voglia’ e la determinazione. Perché Firenze può accettare (quasi) tutto, ma non una squadra che molla come ha fatto giovedì sera. Ci sono partite da giocare, c’è una faccia da salvare e un onore da difendere. Il ‘giocare per la città e per i tifosi’, per una volta, andrebbe messo davvero in campo. “L’Europa? E’ difficile, ma non dipende solo da noi. Il primo obiettivo è vincere lunedì, sarà la gara più difficile della stagione”, ha confessato Gonzalo. Mollare tutto adesso, non dare segni di vita nelle restante 13 (lunghissime) partite – proprio come un anno fa – aprirebbe ancor più la voragine.

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