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Fiorentina, è un problema di squadra: manca la determinazione di incidere

Fiorentina

Il problema del gol preoccupa molto in casa viola ma il tecnico non punta il dito contro gli attaccanti ma contro le motivazioni della squadra

C’è chi è indietro di condizione, chi non ha mai fatto molti gol, chi è infortunato. O ancora qualcuno che deve entrare nei meccanismi e altri con poca freddezza sul più bello. Senza considerare possibili contraccolpi psicologici dall’assenza prolungata di esultanza. Motivazioni varie stesso risultato. La Fiorentina non segna. Gioca, controlla, tira. Ma non segna. Scrive La Gazzetta dello Sport.

E se a mezzo stampa Italiano dice «Davanti, in generale, dobbiamo svegliarci», nessuno osa immaginare cosa urli all’interno dello spogliatoio. Una cosa però filtra. Non esiste un imputato unico, la questione è generale. Inutile prendersela solo con Cabral o esclusivamente con Jovic. Attaccante peraltro fortissimamente voluto dal tecnico. È la fame nel momento di incidere che è poca. O, per dirla alla Gollini «Dobbiamo cambiare mentalità negli ultimi sedici metri perché così non va».

Cifre

E dire che l’alba della stagione aveva fatto pensare a numeri opposti. Nelle prime due partite, con Cremonese e Twente, erano stati addirittura cinque i gol segnati. In rete sia Jovic che Cabral, a segno anche Bonaventura e Gonzalez, tanto per fare degli esempi. Nelle sei partite seguenti però, l’incredibile crollo offensivo con due soli centri. Il lampo di Kouamé contro la Juventus e la girata di Barak a centro area contro i modesti lettoni dell’RFS. Partita, quest’ultima, menzionata addirittura dalla Uefa che ha segnalato la squadra viola come quella con più tiri verso la porta avversaria (30) di tutto il primo turno di Conference League.

Terzi in questa speciale classifica i turchi dell’ Istanbul Basaksehir. Avversari della Fiorentina nel girone, che con 23 tiri scagliati verso la porta degli scozzesi dell’Heart of Midlothian, hanno segnato quattro gol con un rapporto tiri/esultanze decisamente diverso. «Ho dormito poco – ha detto il ds Pradè ieri alla presentazione di Barak – e c’è frustrazione per non esserci riusciti a segnare di più con 30 tiri. Ci stiamo male anche noi, la proprietà, i giocatori ed i tifosi». «Miglioreremo con il lavoro, sappiamo tutti che al momento il nostro punto debole è la finalizzazione». Gli ha fatto eco lo stesso Barak.

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