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Fiorentina e rischio mediocrità: un solo punto in più dell’anno scorso

Viola più vicina all’Europa (in attesa delle gare di oggi), ma il ritmo è di 1,41 punti a partita: troppo poco. Montella però ‘insegna’: si può risalire.

Diciassette punti in dodici partite. Una decina quelli persi da situazioni di vantaggio, visto che i viola si sono fatti rimontare per 5 volte sull’1-1 dopo essere andati avanti nel risultato. La Fiorentina resta comunque aggrappata al gruppone per l’Europa (giusto sottolinearlo), ma più per demeriti di altri che per la marcia dei viola. Visto che la media attuale parla di 1,41 punti a partita: in proiezione, farebbero 53/54 punti finali. Così, chiaramente, l’Europa sarebbe un miraggio (l’anno scorso la Viola chiuse a 57 punti).

RISCHIO MEDIOCRITA’. Tanti aspetti da correggere, tante situazioni da rimettere a posto. La Fiorentina ha perso grinta e spensieratezza, qualità e lucidità, voglia di stupire. E i risultati sono figli delle difficoltà. La sosta ora obbliga ad una seria pausa di riflessione, tutti con le proprie responsabilità. Proprietà, società, allenatore, giocatori. Perché il rischio è di tornare nella mediocrità vissuta per larghi tratti dello scorso campionato. E anche di quello prima. Oggi Sassuolo-Lazio, Atalanta-Inter e Roma-Sampdoria possono ridisegnare la classifica, ma intanto già il Parma ha agganciato la squadra di Pioli.

(TROPPO) PICCOLO PASSO AVANTI. Guardando ai numeri, la Fiorentina ha fatto un solo punto in più della passata stagione. Un anno fa, alla 12° giornata, i viola avevano totalizzato 16 punti (21 gol fatti contro i 18 di oggi, 18 subiti contro i 10 di oggi), ed erano addirittura undicesimi. -3 dal Milan 7°, -8 dalla Samp 6°, -12 dalla Roma 5°: se le distanze si sono ora accorciate, è perché le altre hanno fatto diversi punti in meno rispetto all’anno scorso. Si dirà che la Fiorentina ha avuto un calendario complicato, avendo già affrontato Napoli, Inter, Torino, Lazio, Samp (tutte in trasferta), più la Roma e l’Atalanta in casa. Vero: nelle stesse partite, i viola quest’anno hanno ottenuto 3 punti in più dell’anno scorso. Non tantissimi, rispetto alla scorsa stagione dove divampavano le polemiche ed il malumore per un’annata di transizione, un vivacchiare da metà classifica prima dell’exploit finale.

CONFRONTI. Chiaro che Pjaca e Mirallas sono meglio di Gil Dias e Thereau, che i vari Chiesa, Milenkovic, Vitor Hugo, Biraghi e Pezzella sono cresciuti, e anche Simeone ha un anno in più di esperienza. Insomma, innegabile che sulla carta sia una Fiorentina migliore (al netto della partenza di uno come Badelj), ma in campo i numeri non danno questa sensazione. Anzi, nelle ultime settimane l’involuzione è stata evidente, non solo a livello di risultati con le continue rimonte. 17 punti in 12 partite sono poco meglio delle annate con Mihajlovic (15 punti nel 2010/2011) e Sinisa-Delio Rossi (14 l’anno successivo), con il serbo che fu esonerato proprio a inizio novembre (dopo l’11° giornata).
Ma è un ritmo (basso) che la Fiorentina aveva tenuto anche nell’ultimo anno di Montella: era il 2014/2015, e i viola raccolsero appena 16 punti nelle prime 12 partite, con il parziale che diceva 10° posto (nel frattempo però c’era stato un girone di Europa League praticamente già vinto). Quella Fiorentina seppe poi rialzarsi in campionato: vittoria a Verona con l’Hellas alla 12° giornata e 11 punti in 5 gare prima di Natale (furono invece 36 i punti in 18 gare fino ad inizio aprile). Insomma, una scossa netta partita dal gruppo che portò poi al 4° posto (oggi vorrebbe dire Champions) e alle semifinali di Europa League e Coppa Italia (grazie però anche ad un certo Salah). Rialzarsi quindi si può. E si deve. L’Aeroplanino ‘insegna’ (aiutato anche dal mercato).

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