Tensione tra il club viola e quello nerazzurro. Tutto nasce dal ‘caso Mancini’, adesso l’Atalanta dà battaglia sugli obiettivi di Corvino.
Chiamateli pure tiri… Mancini. Sgarbi, dispetti, manovre di disturbo, ripicche. È la storia (recente) dei rapporti tra Fiorentina e Atalanta, due outsider nel ballo delle «grandi». Questioni politiche, ma non solo. A far discutere c’è anche il mercato. Basta ripensare a quanto successo negli ultimi giorni e a un paio di manovre che hanno fatto innervosire parecchio il dg viola Pantaleo Corvino, scrive Il Corriere Fiorentino.
L’ultimo capitolo riguarda Mario Pasalic. Il centrocampista croato che il Corvo ha individuato come rinforzo ideale per completare il reparto e che, da giorni, aspetta soltanto di poter iniziare la sua avventura in viola. Per mettere tutto nero su bianco però, bisogna aspettare che il Chelsea definisca l’accordo con Maurizio Sarri per sostituire Antonio Conte. Trattative, queste, parecchio complesse. Per questo l’attesa. E l’inserimento dell’Atalanta. Corvino comunque (pur innervosito) resta fiducioso. Merito, soprattutto, del suo rapporto con Naletilic (agente di Pasalic) col quale ha in ponte pure l’affare Pjaca. Di certo però, la manovra dell’Atalanta rischia di far allungare i tempi. Tra l’altro, per il club di Percassi, si tratta di un «bis». Già qualche settimana fa infatti i suoi uomini si erano infilati tra i viola e Tomas Soucek. Un nome sul quale Corvino si muove da gennaio ma che, lo Slavia Praga, non si è ancora deciso a mollare. E certo il fatto che adesso sul giocatore ci sia anche un’altra società non contribuisce ad ammorbidire la posizione dei cechi. Non a caso, nelle ultime ore, la Fiorentina ha virato su Battaglia, dello Sporting Lisbona. La domanda è: soltanto coincidenze (l’Atalanta ha target simili a quelli dei viola) oppure c’è dell’altro? La seconda ipotesi, è quella più credibile. E veniamo a quanto successo a cavallo di maggio e giugno quando, i viola, hanno deciso di non riscattare Sportiello.
Una decisione motivata da questioni tecniche, ma non solo. Si è scoperto infatti, che ci sia stato un vero e proprio veto da parte dei Della Valle. Una roba del tipo «mai più operazioni con l’Atalanta». Il motivo? Il caso Gianluca Mancini. Ceduto un anno fa dalla Fiorentina al Perugia ma per il quale, i viola, mantenevano un 50% sulla successiva cessione. Il giovane talento è stato quindi acquistato dall’Atalanta ma, come ha scritto il Procuratore Federale, «per un valore fittizio e di gran lunga inferiore rispetto al suo effettivo valore determinando un significativo danno economico ad altra società». La Fiorentina, appunto. Un’operazione che è costata ai dirigenti del Perugia, a Percassi e Sartori (ad e diesse dell’Atalanta) il deferimento e che, ovviamente, ha scatenato l’ira di Diego e Andrea Della Valle.
Da qui il niet al riscatto di Sportiello e, probabilmente, la reazione dei nerazzurri con gli inserimenti prima per Soucek e poi per Pasalic. (…)
Di
Redazione LaViola.it