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Editoriali

Fiorentina ‘costretta’ dalla classifica a cercare punti a San Siro. Pioli tenta l’impresa contro il suo passato

Il tecnico della Fiorentina cerca lo sgambetto ad Allegri nella partita contro la squadra che gli ha dato le maggiori soddisfazioni professionali

A partire da oggi Pioli potrà lavorare con quasi tutto il gruppo in vista della sfida di San Siro contro il Milan. Partita non banale, per il momento della squadra e per ciò che significa per l’allenatore della Fiorentina. Pioli ritrova i rossoneri, la squadra con cui ha vinto uno Scudetto e si è giocato una semifinale di Champions League, innalzando il suo status di allenatore ai vertici del calcio italiano. Uno status che ora è fortemente compromesso dall’inizio di stagione terribile con la Fiorentina.

Il Milan è una squadra più forte, molto più forte dei viola, che probabilmente lotterà per lo Scudetto fino alla fine di questa stagione, complice anche il fatto che non deve giocare le coppe, proprio come il Napoli l’anno scorso. Purtroppo, la Fiorentina si è messa nelle brutte condizioni di dover fare punti anche in campi proibitivi come San Siro. Questo non vuol dire che in passato i viola non siano andati a Milano con le ambizioni di portare a casa una vittoria. Tante volte ci sono anche riusciti. Tuttavia, se arrivava una sconfitta in casa del Milan, nessuno parlava di catastrofe, perché ‘ci sta’ di perdere a San Siro.

Oggi, invece, la squadra di Pioli è inguaiata. Dal difficilissimo trittico Milan-Bologna-Inter, con soltanto la squadra di Italiano da affrontare tra le mura amiche del Franchi, la Fiorentina non può permettersi di tornare a bocca asciutta. Lo dice la classifica. Tre punti in sei partite, peggior partenza della Fiorentina dall’alba dei tempi, mettono la squadra con l’acqua alla gola.

Il poco da cui ripartire è la prestazione con la Roma, in cui si è vista una squadra ancora “malata” e fragile, ma perlomeno con qualche idea, con intensità e con una certa pericolosità mostrata là davanti. Soprattutto nel primo tempo, quando era schierata col 3-4-2-1 che sembra essere diventato il modulo di riferimento in questa fase. Salvo che Pioli non voglia “cucire” un modulo ad hoc per il Milan, il sistema di gioco sarà sempre quello coi due trequartisti dietro l’unica punta. Il ballottaggio tra Piccoli e Dzeko è aperto, con il classe 2001 in vantaggio. Moise Kean proverà ad esserci, cercando di recuperare in extremis dall’infortunio con la caviglia patito in Nazionale, ma certamente non inizierà dal 1′ la partita.

Dietro di loro, Fazzini, tra i pochi a salvarsi da questo inizio di stagione disastroso, e Gudmundsson, uno che invece deve riscattarsi eccome. L’islandese in nazionale ha fatto bene, ora è chiamato ad alzare il livello con la maglia viola addosso. Così come sono chiamati a un miglioramento Dodo e Gosens, gli esterni di centrocampo che dovevano essere il fiore all’occhiello della rosa e che invece stanno deludendo le aspettative. Così come praticamente tutti i centrocampisti e i difensori. E in parte anche il portiere, De Gea, che ha fatto ottime parate ma in alcune occasioni non è stato impeccabile. In Fiorentina-Milan dell’ottobre 2024 fu strepitoso, parando due rigori ai rossoneri e compiendo vere e proprie prodezze che portarono i viola alla vittoria, la prima delle otto consecutive. La speranza è che domenica possa arrivare un segnale simile.

Nella partita più sentita, contro la squadra che gli ha datto le maggiori soddisfazioni professionali da allenatore, Pioli deve cercare di fare lo sgambetto ad Allegri. Quello che “non ci ha messo nelle squadre che lottano per la Champions”. E aveva ragione.

 

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