Editoriali

Fiorentina così non va. Tra gioco, gol mancati e l’involuzione di alcuni giocatori

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Dopo una serie di partite positive la Fiorentina cercava la conferma che purtroppo non è arrivata. L’unica nota positiva è che per quest’anno sono finite le trasferte all’ombra della Mole, visto che entrambe le sconfitte subite dai viola in questa stagione sono arrivate proprio nel capoluogo piemontese rispettivamente contro Juventus  e Torino (entrambe per 2-1 peraltro). 
Battute a parte, quella di Torino è sicuramente una gara che deve far riflettere Sousa e tutta la squadra. Rispetto alla gara di Europa League contro il Qarabag l’allenatore ha cambiato cinque giocatori, sperando in una risposta positiva della squadra, in una vittoria, che lontano dal Franchi manca dall’ultima giornata dello scorso campionato (solo tre nel 2016, le pretendenti a gennaio e febbraio). E invece la squadra ha subito nei primi 30’ la voglia di vincere di un Torino tutto sommato normale ma che ha creato grandi problemi ai viola. La Fiorentina ha comunque cercato di ribattere agli assalti granata arrivando anche vicina al gol in più occasioni prima della fine del primo tempo. Stesso copione nella ripresa. Il problema rimane lo stesso: la squadra non gioca come lo scorso anno. 
È comprensibile, dal momento che Sousa ha voluto cambiare schema per risultare meno prevedibile. Il risultato è però una squadra che non riesce mai a concretizzare le occasioni create. I numeri lo confermano: se la difesa rimane una delle migliori del campionato, nella passata stagione ad oggi i viola avevano segnato 14 reti contro le 6 di quest’anno. Sousa sottolinea da settimane che lui e la squadra stanno lavorando per migliorare i cross e l’ultimo passaggio, ma troppo spesso questa si è mostrata compassata, incapace di un cambio di passo. Certo, parte della responsabilità può essere attribuita al tecnico portoghese, ma in egual misura è della squadra e di certi giocatori.
La Fiorentina non si può più permettere, dopo oltre 3 anni, di continuare ad aspettare un giocatore come Ilicic, capace se in giornata di far vincere le partite alla sua squadra. Le volte in cui ci è riuscito sono state poche se paragonate a quelle in cui, come all’Olimpico, è apparso totalmente abulico e esterno alla fase di gioco. Ci sono poi giocatori come Badelj e Vecino, rispettivamente il metronomo della squadra e quello che dovrebbe dare dinamismo alla manovra, che sono ben lontani dal loro vero potenziale. La sensazione è che non si tratti solo di una condizione fisica ottimale da ritrovare visti i recenti infortuni, ma è come se mentalmente il mercato avesse lasciato degli strascichi. Fino agli ultimi giorni della sessione estiva si è parlato infatti di una loro possibile partenza.
Ci sono poi le prestazioni di Borja Valero. Lo spagnolo gioca in una posizione insolita rispetto al passando, partendo come esterno di sinistra per poi accentrarsi. Lui si sacrifica e cerca di dare il suo contributo, ma qualitativamente parlando non è il Borja Valero che tutti conoscono. Resta da capire se anche per lui si tratti di una questione di condizione psico-fisica, di posizione in campo o motivazionale.
Infine Bernardeschi. Che non voglia giocare da esterno, ruolo che invece lo scorso anno lo ha messo in luce non solo per il campionato italiano ma anche per la conquista della maglia azzurra, lo abbiamo capito. Ma quando viene spostato al centro il rendimento non cambia molto. È un giocatore dotato di talento e qualità che senza dubbio può trascinare la squadra. Ma è anche un giocatore che sembra mostrare dei limiti: non si fida di calciare di destro portando sempre il pallone sul sinistro. Questo molte volte favorisce gli avversari che arrivano su di lui e lo limitano come vogliono.
Arriva la sosta probabilmente nel momento più opportuno. C’è da far quadrato, ci sono da migliorare tante cose, anche se per Sousa e il suo staff resta la difficoltà di dover lavorare con una rosa molto ristretta a causa della partenza dei molti nazionali. Però quello che la Fiorentina non potrà sbagliare è il prossimo tour de force che la aspetta alla ripresa del campionato. Tra Serie A  ed Europa League i viola potrebbero giocarsi già gran parte della loro stagione. Sbagliare le prossime sette partite potrebbero rilegare la Fiorentina a un campionato di anonimato. Ed è quello che tutti non vorrebbero.
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