Editoriali
Fiorentina, così è notte fonda: all’Olimpico una delle peggiori partite dell’era Iachini. La squadra è in grado di rialzarsi senza un cambio in panchina?
Fiorentina schiantata dalla Roma. Le scelte di Iachini si rivelano sbagliate. Questa squadra è in grado di rialzarsi senza un cambio in panchina?
La pochezza tecnica messa in campo all’Olimpico dalla Fiorentina è stata a tratti imbarazzante. Se si eccettuano i primissimi minuti, la squadra di Iachini non è mai stata in partita. Anzi, i viola non hanno mai tirato in porta (le statistiche conteranno il colpo di testa centrale a fine match di Kouame), non hanno mai nemmeno minimamente impensierito Mirante. Il 57% di possesso palla indica un possesso sterile che di più non si può. Obiettivamente è una delle peggiori recite della squadra con Iachini sulla panchina viola. Il trend dei due gol a partita subiti prosegue, anche se stavolta potevano tranquillamente essere di più.
Riavvolgendo il nastro, troviamo una Fiorentina in avvio senza punte. Ieri Iachini aveva fatto intuire che c’era l’idea di schierarsi con Ribery e Callejon in attacco. Reparto offensivo leggerissimo, le tre punte in panchina. Idea, a conti fatti, pessima. Pochissimi gli spunti di Callejon (uscito piuttosto scuro in volto) e Ribery. Dopo qualche minuto ben fatto, la Roma è uscita fuori dal guscio. Ed è bastato veramente poco alla squadra di Fonseca per sbloccare la partita. Rinvio del portiere, Milenkovic e Quarta che vanno entrambi a saltare su Dzeko e prateria che si apre davanti a Spinazzola. Lettura totalmente errata dei due difensori. Nel complesso si conta un altro gol preso direttamente sul rinvio del portiere e pure questa diventa una situazione da migliorare, perché non è la prima volta che accade. La Roma avrebbe la possibilità di dilagare, ma si limita a chiudere la partita con il gol di Pedro, arrivato in seguito ad un calcio d’angolo per… la Fiorentina. Ed anche questa è una situazione già successa in precedenza, anche nel campionato scorso post lockdown. Iachini chiude la partita con tre punte ed inserisce Duncan sul punteggio di 2-0. Sipario.
Il commento e le analisi sono fin troppo banali. La prima, scontata. Senza Pezzella non è ipotizzabile continuare a schierarsi con la difesa a tre. Con lo spostamento di Milenkovic al centro la Fiorentina perde una delle poche certezze che ha. Il serbo, sul centrodestra, è uno dei migliori interpreti in Europa, mentre al centro è spaesato e confuso. A Parma, con Quarta squalificato, Iachini dovrà inventarsi qualcosa di nuovo. Chissà, magari con una linea a quattro, se Pezzella non dovesse esserci (difficile che possa andare in campo).
Altro spunto di riflessione. Le due punte leggere non sembrano funzionare. E’ vero che avranno senz’altro bisogno di allenamenti, lavoro, tempo, ma il campionato corre. La Roma, anche questo è vero, è una delle squadre che sta meglio, ma non arrivare mai al tiro è davvero allarmante. Se Ribery in quella posizione ha dimostrato di poterci giocare, Callejon no. L’impressione è che adesso serva mettere i giocatori nei loro ruoli, quelli nei quali hanno certezze. Ed il discorso vale anche per il centrocampo, dove Amrabat non riesce a ritagliarsi il ruolo che lo ha reso – lo scorso anno – uno dei migliori centrocampisti del campionato.
In tutto questo c’è la scelta di Rocco Commisso, che ha seguito la partita dagli Stati Uniti, di difendere ad oltranza la posizione di Beppe Iachini e la sua scelta di confermarlo. Legittimo, ma anche lui si aspetta di più. Adesso c’è solo da capire se questa squadra (ricordiamolo, con il settimo monte ingaggi) possa rialzarsi ed imparare a correre da sola, o se avrà bisogno di un cambio di guida tecnica. In questo caso, Sarri o non Sarri, sarebbe una scelta da prendere in fretta. Anche dall’altra parte dell’oceano.
