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Cinismo e ambizione, come ai ‘vecchi tempi’. Paulo ci riprova, ora il Napoli

“Andiamo a Napoli carichissimi a giocarci il quarto di finale. Se continuiamo così, e sogniamo come hanno fatto i ragazzi l’anno scorso fino a gennaio, possiamo arrivare in zona Champions. Vogliamo arrivare nei primi tre posti”. Sfrontatezza positiva della gioventù, carica di entusiasmo di chi si sente nel vivo della spinta emotiva. Una spinta contagiosa, per tutta la squadra. Federico Chiesa il trascinatore, dall’alto dei suoi 19 anni. “In altri momenti queste partite non le vincevamo, siamo contenti. Ora andiamo a Napoli come se fosse una finale, non c’è domani. Dobbiamo andare al San Paolo e giocare come sappiamo”, ha ribadito Matias Vecino.

Voci dallo spogliatoio, parole di chi è tornato a crederci. Terza vittoria di fila, quarto risultato utile consecutivo se si comprende il 3-3 contro il Napoli. Già, dal Napoli… al Napoli. Al Franchi contro gli azzurri, in quella vittoria sfumata in pieno recupero per le ingenuità viola, è scattato qualcosa. A livello di idee, a livello psicologico. E la Fiorentina, sia contro Napoli e Juve che contro il Chievo nella doppia sfida, è sembrata quella dei ‘vecchi tempi’. Quella del primo Sousa, a tratti. Con grande pressing, organizzazione, voglia di stupire.

E soprattutto con cinismo e ambizione. Due doti che avevano caratterizzato l’inizio dell’avventura a Firenze di Sousa. Uno che aveva inculcato a tutti il sogno scudetto prima, e Champions poi. Salvo poi vedere ‘il giochino’ accartocciarsi su sé stesso, alla lunga. Adesso, con questa bozza di rimonta in campionato, le sensazioni paiono similari. I giocatori che, grazie a qualche risultato buono, hanno ricominciato a crederci. Con ambizione. Voglia di sorprendere.

E poi quel cinismo che pareva perso da tempo. Contro la Juve approccio da grande squadra, bianconeri battuti nella ‘fame’ e nella mentalità. Con una prima mezz’ora in cui la squadra di Allegri ci ha capito ben poco. A Verona, invece, il gol di Tello dopo 18′, poi la gestione della partita con le occasioni ben sfruttate per chiudere la gara. Come accadeva nei primi mesi della scorsa stagione. Gol sùbito e poi gestione. La Fiorentina aveva costruito così il primato in classifica. Così è accaduto a Verona: difficile, una volta arrivati al vantaggio, toglier palla a palleggiatori come Badelj, Vecino, Borja Valero e poi Cristoforo.

Ora il Napoli, quindi. Squadra in salute, squadra lanciata dalla vittoria sul Milan. Formazione superiore ai viola, sulla carta. Ma contro le grandi, per questa Fiorentina, mai dire mai. Lo ha dimostrato il 3-3 al Franchi di fine dicembre, lo ha confermato la prestazione contro la Juve. Al San Paolo con ambizione e voglia di tornare a stupire. Un percorso ad ostacoli altissimi, in coppa Italia, ma tutti tengono alla competizione e vogliono provare ad arrivare in fondo. E le motivazioni, certo, non mancheranno.

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