Il tecnico viola sta provando a trasformare la sua in una squadra cinica e molto più attenta al risultato
Guai a parlare di “corto muso” a Firenze. Qualcuno – specie tra i tifosi – potrebbe perfino offendersi. Però è indubbio che all’interno della nuova Fiorentina varata da Italiano, in quel suo cambiar pelle che l’ha riportata dopo un mese alla vittoria in campionato, ci sia in qualche modo una sana componente di “allegrismo”. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
O, per meglio dire, di una maggiore concretezza sotto porta unita a uno spirito di sacrificio di tutta la squadra in fase difensiva. La riprova si è avuta nell’euroderby contro il Bologna. Una sfida che la Viola per la seconda volta in questa stagione (dopo il 3-1 di Napoli) ha vinto totalizzando un possesso palla inferiore rispetto agli avversari (il 39%, dato più basso della stagione). E mostrando una dose di cinismo che raramente nel corso del triennio con il tecnico siciliano si era ammirato.
METAMORFOSI
Qualche avvisaglia per la verità si era già avuta nel corso di questa annata (nella vittoria a Udine). Ma è stato con novembre che la Fiorentina ha compiuto la sua metamorfosi definitiva.
Passando dalla versione più spumeggiante e sprecona vista nel ko contro la Juventus a quella più concreta che a Leskovac ha archiviato la pratica Cukaricki in 8’ con il primo – e quasi unico – tiro in porta. Fino a quella spietata che domenica si è ripresa con personalità e con merito un posto tra le prime sette in Serie A.
Di
Redazione LaViola.it