Il ritmo tenuto in tutto il 2023, il bel gioco e il patto dello spogliatoio. Senza trascurare le difficoltà delle avversarie: perché sognare è lecito
Diciassette punti in 8 partite, addirittura 48 nelle ultime 23 di serie A. Nessuno ha fatto meglio. Neppure il Napoli ammazza campionato di Spalletti. Conditi da 43 gol in campionato nell’anno solare, che diventano 86 se si comprendono le coppe. I numeri non sono tutto, ma aiutano a capire. La Fiorentina non è un fuoco di paglia e può autorevolmente guardare in alto. Scrive il Corriere Fiorentino.
«La nostra ambizione è raggiungere la Champions», ha detto Arthur, uno di quelli che ha contribuito ad alzare (parecchio) la qualità della squadra di Italiano. Se sarà davvero quarto posto lo sapremo a primavera, i favoriti restano altri ma la candidatura viola, specie dopo Napoli, è forte.
Anche perché tra gli affanni di Garcia, quelli delle romane e l’incostanza dell’Atalanta, la Champions, ora come ora, ha almeno due posti vacanti. Che potrebbero diventare tre se l’Italia saprà approfittare della riforma Uefa e prendersi anche il quinto posto nella coppa più importante. I due paesi che quest’anno avranno realizzato il ranking migliore, avranno diritto ad una squadra in più.
Uno dei valori aggiunti che fanno pensare positivo è la «fame» viola
La doppia finale persa è un pungolo con il quale l’allenatore ha costruito la rivoluzione estiva. La squadra è compatta intorno al condottiero Italiano, un «martello» stile Conte che chiede molto ma evidentemente sa farsi seguire. Eppoi c’è il gioco. Rischioso, a volte eccessivo e vulnerabile con quella difesa a centrocampo, ma bello e adesso anche efficace. Qualità che per esempio sembrano mancare al confuso Garcia di Napoli.
Tra allenatore e calciatori non c’è feeling e la squadra si è impoverita tatticamente, nonostante i campioni che ha. Del tecnico non convincono le mosse tattiche (anche a gara in corso), in più la storia insegna che ripetersi è difficilissimo. Specie in piazze non abituate a vincere come Napoli. Ora Osimhen è pure acciaccato: il suo infortunio patito in Nigeria, sarebbe un problema nel problema.
In grande difficoltà sono anche le romane. Mou ricorda spesso a tutti di essere un tecnico in scadenza e di non avere una rosa all’altezza. Il clima insomma non è granché, per non parlare del gioco. Dybala e Lukaku sono una coppia chic ma da soli non bastano. Anche perché l’argentino (e Pellegrini) è ai box per almeno un mese.
Non se la passa meglio neanche Sarri, che ancora non è riuscito a mettersi alle spalle l’addio di Milinkovic-Savic. E adesso deve pure gestire la crisi di Immobile, che a 33 anni non pare più bomber implacabile. L’allenatore di Vaggio oltretutto fa fatica quando deve inserire i nuovi e patisce il doppio impegno con le coppe (e quest’anno ha la Champions…).
C’è poi l’Atalanta, che a Lisbona ha incantato per facilità di gioco e personalità. Gasp però deve fare i conti con continui cali di tensione soprattutto in trasferta e con la difficoltà di trovare forze nuove dal mercato. E se Inter e Milan sembrano destinate a contendersi lo scudetto e a prendersi due posti Champions, la Juventus, che pure ha il vantaggio di non fare le coppe, è un’altra alla ricerca di sé stessa. Vlahovic e Chiesa stanno segnando, ma il centrocampo è sguarnito (Pogba infortunato, Fagioli alle prese col caso scommesse) e la difesa non è certo quella dei tempi di Bonucci, Barzagli e Chiellini.
Yes we can insomma, si può fare. Anche se la missione è complicatissima. Italiano dovrà trovare i gol dei centravanti, continuità e un equilibrio tattico e mentale non semplice da trovare a Firenze. Il prossimo ciclo, con Lazio e Juventus in sequenza, dirà molto. L’occasione però c’è. E la Fiorentina dovrà provare a coglierla.
Di
Redazione LaViola.it