Due vittorie di fila, nel giro della stessa settimana, non si vedevano da quasi 11 mesi. Era il dicembre 2015, quando la Fiorentina vinse la domenica in casa contro l’Udinese, e il giovedì sempre al Franchi contro il Belenenses. Per trovare invece tre successi di fila, e dunque anche due di fila in campionato, bisogna andare ancora un po’ più indietro. Ad inizio novembre 2015, quando la Fiorentina vinse 4-1 con il Frosinone, 2-0 a Poznan e 2-0 a Genova con la Samp. Sì, era il momento d’oro della Fiorentina di Sousa, che viaggiava in vetta alla classifica. Adesso, pensare a quei tempi, ad un anno fa, resta difficile, fa venire quasi il magone, ma le due vittorie di fila, per di più in trasferta, contro Slovan e Cagliari fanno tornare indietro con la memoria.
Niente eccessi di entusiasmo, sia chiaro. La strada per uscire da mesi complicati è ancora lunga, le prove da affrontare ancora diverse per dimostrare che il percorso preso sia quello giusto. Ma insomma, i quattro giorni di trasferte e i 3000 km percorsi hanno riportato uno spirito diverso in casa viola. Il successo di Cagliari ha restituito una Fiorentina più che mai camaleontica. Chi sa dire con quale modulo esatto ha giocato la squadra di Sousa domenica? Lo stesso portoghese, del resto, ha ripetuto più volte come il modulo sia molto elastico, e dipenda molto dall’interpretazione singola del giocatore. Che deve partire sì da alcune regole di base della squadra, ma poi è libero di inventare. Molta filosofia, sì, ma la realtà è un mix tra 4-2-3-1, 3-4-2-1, 4-3-3, 4-3-2-1 e altri schemi ‘ibridi’. Salcedo a destra più bloccato, Olivera a sinistra a spingere ma non troppo; e poi Bernardeschi e Tello, liberi e capaci di attaccare la profondità e scambiarsi le fasce (sul 1° gol a destra c’è Tello, sul 2° c’è Bernardeschi, ad esempio); Kalinic a svariare per gli inserimenti dei centrocampisti, Ilicic trequartista a tutto campo. Il tutto pochi giorni dopo Liberec, dove la Fiorentina si presentò con un inedito rombo stretto a centrocampo. Senza esterni, e con due punte.
Insomma, una vera Fiorentina camaleontica. Tra pregi e difetti, tra qualità e limiti. Perché Sousa in queste ultime settimane ha spesso stravolto la sua squadra, in base anche agli avversari. Cambi e ricambi, a volte all’apparenza confusionari, alla ricerca del giusto assetto, per una squadra che ha faticato ad ingranare. Trovare la chiusura del cerchio non è sempre facile, anzi, per una formazione che sembra incarnare la classica coperta corta. Cerchi e trovi solidità difensiva, e fai fatica a segnare; cerchi più soluzioni offensive, e ti ritrovi sguarnito dietro. L’equilibrio, insomma, è ancora da trovare. Ma il minimo comun denominatore, per far funzionare l’uno o l’altro modulo, è l’intensità. La convinzione, la rabbia agonistica. Insomma, ancora nella testa. Che in fin dei conti, specie in un gioco ‘filosofico’ come quello di Sousa, fa girare tutto. Anche le gambe. Perché al di là dei moduli, quando la Fiorentina fino a una settimana fa giocava ad una marcia, senza cambi di velocità, faceva gran fatica. Con le accelerazioni, con l’intensità e la ‘voglia’ agonistica vista nelle ultime due gare, è tutto più facile. Viene esaltata la qualità che, indubbiamente, c’è nei singoli. E tutti rendono di più.
Adesso la vera prova è trovare la continuità. Anche in casa, dove la Fiorentina ha trovato buoni risultati in questa stagione (media di 2 punti a partita, 0 gol subiti in campionato). Ma anche dove gli avversari, solitamente, tendono a chiudere ogni spazio. A portar via almeno un punto. Così come farà il Crotone. Che giocherà in maniera diversa rispetto a Slovan e Cagliari. Ultimo in classifica, unica squadra ancora senza vittoria. Ma non per questo sottovalutabile. Perché cadere in una prestazione negativa, o in una non vittoria, renderebbe vano il bel lavoro fatto nell’ultima settimana. Sousa cambierà ancora, domani sera, la sua Fiorentina. Un modulo ancora ‘elastico’, adeguato all’avversario e al tipo di partita che si vorrà affrontare. Da Liberec a Cagliari sono stati cambiati 4 giocatori nella formazione iniziale, con il Crotone ci saranno altrettanti modifiche. Scalpitano i vari Tomovic, Milic, Sanchez, Badelj ma anche Babacar. Al di là dei nomi, e dei moduli, la chiave per continuare a vincere è una: l’intensità. Perché una Fiorentina a rilento, come visto nel primo tempo con l’Atalanta, e in altri abbondanti spezzoni dei primi due mesi stagionali, difficilmente può andar lontano.
Di
Marco Pecorini