I viola attaccano, creano tanto e vanno in vantaggio con Barak, ma vengono raggiunti dai lettoni. Quinto pareggio nelle ultime sei partite
Tocca raccontare il solito romanzo ripetitivo, con lo stesso incipit, la stessa trama e il finale amaro, scrive la Gazzetta dello Sport. La Fiorentina sta diventando un classico di genere. Quello di una squadra che parte come un furia, crea tanto, sembra sul punto di travolgere l’avversario ma non riesce a finire il lavoro con quello che serve: il gol. E quando alla fine arriva, per un errore subisce gol e non riesce più a essere se stessa, si paralizza.
A Vincenzo Italiano più che un altro attaccante servirebbe uno psicanalista per stendere sul lettino del massaggiatore i suoi giocatori. Ma a questo punto, forse, servirebbe anche qualche idea diversa per sbloccare questa malefica coazione a ripetere. Non comincia bene l’avventura europea della Fiorentina, che si fa bloccare in casa dal Riga, squadra che con tutta probabilità è la più debole del gruppo. Comincia quindi male questa avventura anche perché arrivano i primi fischi dei tifosi dell’era Italiano.
Il tecnico alla vigilia ha detto che tiene molto a questa competizione e infatti ha schierato il centrocampo titolare nonostante debba affrontare quattro gare in dieci giorni. Con davanti Kouamé al posto di Saponara e ai lati Dodo e Biraghi a spingere. E come sempre la Fiorentina, appunto, è partita col turbo, schiacciando il modesto Riga.
Ikoné, più coinvolto nella manovra, ha creato parecchie situazioni di pericolo. Peccato che non le concludeva. Anche a destra spesso Dodo aveva la corsia libera, con Bonaventura che stringeva al centro, e ha prodotto molti cross, come Biraghi, nel mezzo dell’area. Ma siamo alle solite: la Fiorentina in mezzora ha avuto almeno 6 occasioni pulite da gol ma non è riuscita a segnare. Anche Cabral si è finalmente svegliato dal torpore e ha avuto tre minuti di fuoco. Ma in tutte e tre la chance, il brasiliano ha trovato un ottimo Steinbors, il migliore del Riga, a dirgli di no. Barak, che sta ritrovando la forma, dialogava bene con Amrabat e anche in zona tiro era velenoso. Una sua sassata ha colpito il palo esterno. Curioso che, dopo tutti questi sforzi, la Fiorentina abbia rischiato la beffa quando Bonaventura ha cercato un aggancio improbabile e ha lasciato il pallone al centravanti Ilic che si è trovato una prateria davanti a sé. Per fortuna, una volta in area, è incocciato su Gollini in uscita bravissimo a stare in piedi e respingere il tiro.
Visto l’andazzo, Italiano ha speso subito Sottil nel secondo round al posto di un Kouamè un po’ fumoso e dopo dieci minuti Jovic per Cabral. Finalmente, al minuto 12, l’ennesimo passaggio al centro di Biraghi trovava un Barak pronto a girare in rete. Gol al debutto in viola e in assoluto in Europa per il centrocampista ceco.
Ora che la partita si è sbloccata, via con la goleada? Macché. Gli errori sotto porta son continuati, Ikoné se n’è mangiato uno facile facile. E al primo errore, un passaggio sbagliato di Barak, Ilic stavolta non si è fatto sfuggire la seconda occasione, bruciando Ranieri in affannoso ritardo. C’era ancora una ventina di minuti per ribaltare la situazione. Sottil sprintava a fondo ma non trovava collaborazione. Quando Jovic ha mandato alle stelle a due passi dalla porta, dopo un bel triangolo con Maleh, si è capito che la storia non sarebbe cambiata.
Morale: la Viola ha tirato ben 32 volte, creando una produzione industriale di occasioni gettate al veto. Così ha raccolto soltanto il quinto pareggio delle ultime sei partite. Questo fa più male, perché sulla carta era la gara più facile del suo girone di Conference, dove bisogna arrivare primi per andare avanti. C’è tutto il tempo per rimediare, ok. Ma solo se la Fiorentina scoprirà il modo per uscire dalla paralisi del gol.
Di
Redazione LaViola.it