Una magia di Ribery illude la squadra viola, che sfiora il raddoppio in due occasioni ma poi viene rimontata dalla Lazio
Rimonta da scudetto. Il rigore di Immobile e il raggio laser inventato da Luis Alberto per cancellare il capolavoro di Ribery, ribaltare una bella Fiorentina e restare nella scia della Juve. Meno 4. Il campionato è ancora aperto e la Lazio è viva, scrive Il Corriere dello Sport. Tre giorni dopo il ko di Bergamo la Lazio è andata sotto, ha sofferto a lungo e rischiato di prendere il secondo gol, poi si è ripresa la partita in condizioni di emergenza, senza cambi e chiedendo uno sforzo super a Radu e Correa, chiamati ad alzarsi dalla panchina da infortunati. Suona come una beffa per la Viola, brillante e convincente per un’ora, in flessione negli ultimi trenta minuti, forse anche un po’ ingenua negli episodi decisivi. Non meritava di perdere. Queste però sono partite strane e infinite, in continuo mutamento, figlie del calcio post lockdown e senza un’adeguata preparazione. Si vive di colpi, di invenzioni e di fase difensiva: di ritmo ce n’è poco, è dura conservarsi per 90 minuti con lo stesso passo. Chi spende all’inizio, paga nella ripresa.
ASSETTO. Determinante il lavoro di Ghezzal e Ribery per compattare il centrocampo e disturbare Luis Alberto e Parolo in costruzione. Senza Leiva e Cataldi, Inzaghi ha preferito appoggiarsi all’inventiva dello spagnolo, che però ha stentato a entrare in partita. Forse voleva gestirsi. Tutta la Lazio, in realtà, sembrava lontana anni luce dalla versione scintillante della prima mezz’ora di Bergamo. Lento e impacciato Caicedo, Immobile braccato da Pezzella e Milenkovic, Jony senza cambio di passo nei duelli con Lirola, in ombra Milinkovic. La Viola si era sistemata dietro, governava bene la palla e si distendeva meglio, dimostrando padronanza nel fraseggio. Ordinato Badelj, in costante movimento Castrovilli e con un fuoriclasse come Ribery in grado di organizzare da play avanzato.
Bastos, dopo aver rischiato il rosso, è stato sostituito. Prima la traversa sul pallonetto di Ghezzal e poi Strakosha su Castrovilli in avvio di ripresa hanno negato il raddoppio ai viola. La Lazio stava barcollando, ma un po’ alla volta si è ripresa la partita, cominciando a spingere con la forza della disperazione.
RIMONTA. La Fiorentina, invece, non aveva più la stessa brillantezza. Forse è stato tardivo l’ingresso di Pulgar per Badelj, anche FR7 non aveva più l’incisività del primo tempo. Lazzari continuava a spingere e sul versante opposto si è svegliato Jony: dopo essere andato vicino al pari con una sassata dal limite, ha scodellato una bella palla nel cuore dell’area. Caicedo è stato bravissimo a sfilare dietro i viola, ma soprattutto a cercare e trovare con Dragowski in uscita il rigore trasformato da Immobile. La Lazio, sull’1-1, non si è fermata. Sentiva e voleva il raddoppio, inventato da Luis Alberto con l’opportunismo di un centravanti. Gli ultimi sette minuti più recupero si sono trasformati in un combattimento. Radu e Parolo hanno rischiato il secondo giallo, la Lazio ha murato qualsiasi pallone, portando a casa un successo pesantissimo.

Di
Redazione LaViola.it