Editoriali

Fiorentina alla chiamata dell’Europa: serve riaccendere la luce in una squadra spenta e involuta

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A Istanbul per coltivare le ambizioni di primato nel girone di Conference League. Ma non sarà affatto facile

La Fiorentina torna in campo dopo il campionato e lo fa in Conference League, a Istanbul contro il Basaksehir. Formazione ben più impegnativa del modesto Riga che ha fermato i viola al Franchi una settimana fa. Gara impegnativa in un ambiente non infuocato ma pur sempre caldo.

Ma come sempre accaduto in questo inizio di stagione a preoccupare è soprattutto la condizione psicofisica della Fiorentina stessa. Una squadra ancora bloccata tra paure, condizione fisica precaria e infortuni. Quella di Bologna, ma anche quella vista in precedenza, è apparsa una squadra spenta, piatta, senza furore e senza idee. Un mix che fa preoccupare Italiano ma anche tutti i tifosi viola.

Anche perché il tempo passa, le partite pure, eppure la Fiorentina non sembra dare segni di evoluzione, miglioramento, riscatto. Tutto piatto nonostante le urla di Italiano e la vicinanza di Commisso. Il presidente predica tranquillità e serenità, giusto, serve mente fredda nei momenti difficili. Ma la Fiorentina ha l’obbligo di svegliarsi. Di dare una svolta a un inizio di stagione che ha portato solo due vittorie (entrambe nel mese di agosto).

Qualcuno nella Fiorentina (dal presidente in giù) deve prendersi la briga di riaccendere la luce in questa squadra spenta. Al momento va più la linea della carota che del bastone. E sicuramente il presidente, che vive quotidianamente la realtà della squadra, sa qual è la strada migliore da percorrere per cercare di tirar fuori risultati da questa Fiorentina.

Serve un cambio di rotta: Italiano ha l’obbligo di inventarsi qualcosa

La Fiorentina non gira, Italiano è chiamato, ancora una volta, a inventarsi una rivoluzione tattica per uscire dalle sabbie mobili. Che il suo 4-3-3 non sia adatto ai giocatori in rosa? Possibile ma francamente illogico. Visto che una società avrebbe il dovere di aiutare il proprio allenatore costruendogli una rosa adatta al suo gioco. Specie con un allenatore che si presenta al via della sua seconda stagione sulla stessa panchina.

Jovic e Cabral non sono adatti al gioco di Italiano? E perché sono arrivati alla Fiorentina? Più facile pensare che ancora nessuno dei due si sia calato perfettamente negli schemi dell’allenatore. Senza contare che nessuno dei due può vantare una condizione fisica decente.

Insomma si torna al punto di partenza

Che la rosa sia deficitaria è sotto gli occhi di (quasi) tutti. Com’è altrettanto chiaro che tocca a Italiano inventarsi qualcosa. Mentre fuori si continuano ad aspettare giocatori il tecnico è nella “tempesta” e cerca un appiglio da cui ripartire. Magari proprio da questa difficile trasferta in Turchia.

Fa bene Commisso a difendere Italiano. L’allenatore è l’unica speranza di una Fiorentina uscita dal mercato con tantissimi dubbi e scommesse e pochissime certezze.

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