Editoriali

Fiorentina, a centrocampo ora si cerca un play. Vice Dodo ma non solo: si muove la difesa

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Il pari col Cagliari lascia in eredità qualche dubbio sul mercato. I viola insistono su Lindelof in difesa, mentre a centrocampo si vira su un profilo diverso rispetto alle ultime settimane

Lo slancio di entusiasmo con il quale era stato accompagnato il precampionato della Fiorentina si è arrestato al primo vero scoglio incontrato: il pareggio a Cagliari nella prima di campionato.

Non tanto per il risultato, che ci può stare visto e considerando anche l’impegno europeo tre giorni prima, ma per il modo in cui è arrivato questo 1-1. All’Unipol Domus – soprattutto nella prima frazione – la Fiorentina ha fatto una tremenda fatica dal punto di vista del ritmo e delle distanze in campo. Aveva colpito in positivo l’approccio dei viola contro il modesto Polissya, considerando i precedenti ai playoff di Conference, ha stupito in negativo il primo tempo della squadra di Pioli col Cagliari, troppo sotto ritmo e svogliato.

Non bisogna fare allarmismi. In primis, proprio perché la gara contro gli uomini di Pisacane veniva a cavallo dei playoff di Conference, fattore che non può essere tralasciato dal punto di vista del dispendio di energie visto che l’11 in campo in Sardegna era lo stesso visto in Slovacchia. Secondo, perché siamo all’inizio di un nuovo percorso, con un nuovo allenatore che ancora sta cercando la quadra per sfruttare al meglio il potenziale della rosa a disposizione. Terzo, perché la rosa a disposizione subirà ulteriori modifiche. Due giorni fa è arrivato Piccoli, ma l’ex centravanti del Cagliari non sarà l’ultimo nuovo acquisto. Fermo restando che la Fiorentina deve riuscire a liberarsi dei tanti esuberi ancora in rosa, Pradè e Goretti restano molto attivi per questi ultimi cinque giorni di calciomercato.

Il profilo da non sottovalutare è quello del centrocampista. Al momento, dopo che si è vagliato il profilo di una mezzala offensiva/trequartista, si è arretrati di posizione, forse non convinti dal lavoro in cabina di regia di Fagioli nelle prime due uscite. Ecco che nelle ultime ore il nome di Nicolussi Caviglia ha ripreso quota. Un giocatore, il classe 2000 del Venezia, che in carriera si è specializzato nel ruolo di playmaker. Vedremo se i viola affonderanno su di lui oppure stanno nascondendo un altro nome, la cosa interessante è notare questo cambio di obiettivo in termini di posizione in campo.

Poi c’è la questione vice Dodo: se è vero che Fortini resterà alla Fiorentina, non è detto che lo farà come riserva dell’esterno brasiliano. Il classe 2006 potrebbe fungere da ‘jolly‘ per entrambe le fasce, visto che in Serie B si è distinto soprattutto a sinistra (nonostante sia destro di piede). Il che non escluderebbe sia l’arrivo di un vero e proprio vice Dodo (per questo la trattativa per Lamptey non è affatto tramontata), sia la partenza di Parisi, che anche a Cagliari è subentrato tutt’altro che in maniera convincente a Gosens. Il terzino sinistro viola avrebbe rinnovato con la Fiorentina, ma ciò non escluderebbe a priori una sua partenza in prestito.

In attacco, invece, con l’arrivo di Piccoli la Fiorentina dovrebbe essere al completo. Curioso che i viola abbiano voluto investire una cifra così importante (25 milioni più bonus) in un ruolo che, di fatto, è già coperto nello slot da titolare. Infatti, Piccoli sulla carta parte come la riserva di Moise Kean, visto che per caratteristiche i due calciatori si somigliano molto. Una riserva di grande lusso per una squadra come la Fiorentina, che mette su un attacco di primissima fascia ma che forse avrebbe avuto bisogno del “grande colpo” in un altro reparto dove, sulla carta, emergono maggiori lacune, ovvero il centrocampo. Ciò che convince, invece, è che sia stata una richiesta del tecnico a portare il centravanti ex Cagliari a Firenze. Forse l’idea Dzeko convince meno dentro al Viola Park e si è preferito cautearsi, sicuramente serviva a prescindere un altro giocatore in quella zona di campo – considerando che Beltran resta fuori dal progetto -, ma è il tipo di investimento, il più oneroso nella storia della Fiorentina, che lascia qualche dubbio, in virtù di quanto detto sopra, ovvero per una questione di allocazione del budget, che per una squadra come la Fiorentina non è inesauribile. Detto ciò, sarò ben lieto di essere smentito dal campo.

Quello che invece sembrava essere il reparto più consolidato e che invece rischia di subire cambiamenti importanti è la difesa. Stefano Pioli non sembra essere convinto al 100% del suo reparto arretrato. Lo si è capito anche dai cambi operati a Cagliari (Viti per Ranieri al termine del primo tempo, Marì per Comuzzo a metà ripresa), che a detta del tecnico sono stati fatto perché “cercava più palleggio” rispetto a quanto visto nel primo tempo. Ma non solo: in conferenza stampa Pioli ha detto chiaramente che le gerarchie cambiano nel calcio. Non le decido io, le decidono loro con le prestazioni”, frase arrivata poco dopo aver affermato: “Ho tolto Luca (Ranieri, ndr) perché non mi è sembrato così brillante”. 

Intanto, c’è da registrare l’importante offerta dell’Al-Hilal da 35 milioni per Comuzzo. La cifra è superiore quella che chiedeva la Fiorentina qualche settimana fa (circa 30 milioni), ma è tutt’altro che scontato che il giocatore prenda in considerazione di lasciare il calcio che conta a vent’anni per trasferirsi in Arabia Saudita. Inoltre, la stessa società viola potrebbe fare muro visto che le tempistiche per sostituire il classe 2005 sarebbero molto strette.

Da evidenziare, poi, come l’ingresso di Pablo Marì nel secondo tempo di Cagliari-Fiorentina sia stato molto negativo. È solo un indizio e, come dice Agatha Christie, ne servono almeno altri due per fare una prova, ma il sospetto che il centrale spagnolo non sia più così “connesso” con l’esperienza fiorentina è già nato, dopo che ha perso il posto da titolare fisso che aveva con Palladino in panchina. Più che Comuzzo, sembrerebbe essere lui nelle idee di tecnico e società il giocatore da sostituire, per far spazio a un profilo diverso.

La Fiorentina nelle ultime ore insiste per Lindelof, con l’aiuto di un intermediario speciale: David De Gea, ex compagno del difensore svedese al Manchester United. Un difensore di grande esperienza, con spiccate doti tecniche per aiutare la squadra di Pioli nel possesso palla dal basso. Se il classe 1994 dovesse accettare la proposta dei viola, qualcuno dovrebbe uscire e il più probabile partente resta sempre Pablo Marì.

Insomma, le tessere del mosaico viola stanno pian piano posizionandosi, tra qualche giorno avremo più chiaro il disegno completo e potremo commentarlo. Nel frattempo, il calcio non si ferma: oggi è già vigilia, perché giovedì c’è il ritorno dei playoff di Conference League. I viola hanno già ipotecato il passaggio del turno all’andata. Se a questo aggiungiamo che Pioli ha schierato lo stesso undici per due volte consecutive, è assai probabile che domani col Polissya vedremo un corposo turnover.

L’importante, in attesa di capire quale sarà ufficialmente la Fiorentina 2025-26, è ritrovare il giusto atteggiamento, il giusto approccio. Quello che si è visto nella partita di andata e che è mancato a Cagliari.

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