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Raffaele Palladino ripropone l’assetto visto in Conference League contro il Panathinaikos, e la scelta si rivela vincente. L’unica modifica riguarda la difesa, con Pablo Marí al centro della linea a tre al posto di Comuzzo. Il centrocampo a cinque garantisce equilibrio e intensità – come sottolinea La Nazione -, mentre in attacco Gudmundsson affianca Kean con grande libertà di movimento.
Pressing e verticalità: la Juve va in tilt
La Fiorentina imposta una partita intelligente, con poco possesso ma transizioni rapide ed efficaci. Fagioli e Gudmundsson si alternano nelle posizioni offensive, creando scompiglio nella fragile difesa bianconera. Proprio da una loro combinazione nasce il raddoppio di Mandragora. La coppia centrale della Juve, Kalulu–Veiga, fatica a trovare intesa e viene costantemente messa sotto pressione.
Centrocampo dominante e spazi sfruttati al meglio
Il vero dominio viola si vede a centrocampo, dove la squadra resta compatta e con le distanze sempre precise. Questo consente un recupero palla efficace e ripartenze immediate che colpiscono la Juventus nei suoi punti deboli. Palladino ha trovato la chiave giusta e la sua Fiorentina continua a crescere. Per i bianconeri, invece, è notte fonda.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it