L’analisi di quanto accaduto domenica sera al Franchi in Fiorentina-Juventus da parte dell’ex allenatore Fabio Capello
Analizza così quanto accaduto in Fiorentina-Juventus l’ex allenatore e calciatore Fabio Capello alla Gazzetta Dello Sport: “Io ho visto una squadra, la Fiorentina, che ha cercato di attaccare, ma non ha trovato spazi e probabilmente ha patito l’assenza di un giocatore di fantasia, imprevedibile. E un’altra, la Juventus, che ha disputato un’ottima prova difensiva sfruttando le caratteristiche dei propri centrali. Anche il City, che ama attaccare molto e con tanti uomini, quando serve si difende più indietro. In finale di Champions lo ha fatto per 25 minuti contro l’Inter”.
DIFENSIVISMO E POSSESSO. Sapersi difendere bene è un’arte? “No, ma per farlo servono i giocatori giusti. Rugani e Gatti non sono molto agili, si esaltano in area e infatti di testa le hanno prese tutte loro due e Bremer contro la Fiorentina. Allegri viene snobbato e criticato perché non segue il vangelo. Ma in realtà non esiste un sola religione nel calcio. Io ne ho praticate diverse e ho cambiato in base alle caratteristiche dei giocatori e dei paesi in cui ho allenato perché ogni nazione ha un proprio dna calcistico. Bisogna smetterla di parlare di difensivismo. Qualsiasi allenatore vorrebbe giocare novanta minuti all’attacco, ma poi deve fare i conti anche con i propri giocatori e con quelli degli avversari. L’esempio più recente è quello dell’Olanda, patria del calcio offensivo. Eppure lo scorso anno anche uno come Van Gaal, non avendo valori eccezionali in squadra, ha difeso a lungo nella propria metà campo. E poi basta parlare di possesso palla a prescindere. Il dato in sé significa poco perché nel conteggio ci finiscono anche i continui passaggi indietro al portiere… Bisognerebbe che i tifosi tornassero a fischiare quando vedono tutti quei retropassaggi”.

Di
Redazione LaViola.it