Il difensore argentino è stato il migliore tra i viola scesi in campo all’Allianz Stadium
La Fiorentina esce sconfitta dalla gara contro la Juventus, ma con la consapevolezza di aver ritrovato il Martinez Quarta dei tempi del River. Quello che aveva spinto la società viola ha investire quasi 15 milioni, dopo aver ricevuto le referenze positive di Passarella. “L’ho visto molto sicuro, mi sembra una versione migliore di quello al River. Stiamo vedendo il vero Martinez Quarta, ma può ancora crescere”, così si era espresso negli scorsi giorni il suo procuratore in vista della gara contro i bianconeri. Sensazioni che sono confermate dal classe 1996 in campo.
Solido e sicuro in marcatura, lucido quando c’è da impostare e con quel temperamento che lo ha sempre contraddistinto, ma che a volte lo porta a fare interventi un po’ troppo irruenti. Rispetto alla sua prima stagione in maglia viola, in cui si era reso protagonista di qualche disattenzione e qualche lettura sbagliata all’interno delle partite, Martinez Quarta sembra essersi adattato al campionato italiano e si evince anche da una maggior concentrazione all’interno dei 90 minuti.
Le statistiche riportate dalla Lega Serie A della partita contro la Juventus dicono che l’ex River ha collezionato l’88% di precisione nei passaggi, 9 duelli vinti, 7 lanci lunghi su 9 riusciti, 3 intercettazioni e 6 recuperi. Ed è stato il viola con più palloni giocati, passaggi riusciti e il secondo con più dribbling dopo Odriozola. Tutto questo, anche considerando l’ammonizione (evitabile) ricevuta nel primo tempo, ma l’argentino si è saputo gestire.
Il classe 1996 adesso risponderà alla meritata chiamata di Scaloni in nazionale, prima di tornare a disposizione di Italiano, anche se non potrà giocare contro il Milan per squalifica. Un’assenza pesante, come quella di Milenkovic, con l’allenatore viola che probabilmente dovrà affrontare i rossoneri con una coppia di centrali tutta mancina composta da Igor e Nastasic. Regista arretrato e guerriero uscito vincitore dal duello col connazionale Dybala e con Morata: una prova che ha il sapore di consacrazione dopo un anno dal suo arrivo a Firenze e dopo le tre partite da titolare al fianco del serbo in cui i viola hanno subito solo due gol. Italiano ha una certezza in più per il suo scacchiere.

Di
Mattia Zupo