Rassegna Stampa
Finalmente un po’ di Gerson: nuovo/vecchio ruolo e motivazioni. Ma la strada è lunga
Il brasiliano giocava contro la ‘sua’ Roma: ci ha messo qualcosa in più in grinta e determinazione. E la prova è stata discreta.
Conta la condizione fisica. E il carattere. Poi per fare la prestazione serve anche la motivazione giusta. E quella a volte fa la differenza. Pioli lo sa bene, come qualsiasi allenatore. E per questo il tenero Pjaca se ne sta in panca, mentre Gerson torna titolare in questa sfida contro il suo passato e molto probabilmente contro il suo futuro. Firenze per lui è un piccolo segmento sistemato su una carriera che sembrava fulminante e poi, all’improvviso, si è leggermente fulminata. Così scrive La Repubblica.
VOGLIA. Di Francesco lo ha mandato a Firenze a mettere insieme chilometri nelle gambe. Lui non l’aveva presa molto bene, ma poi ha capito. Sul campo, però, fino ad oggi non lo ha dimostrato molto. A Roma lo definiscono a bassa voce un po’ indolente. Contro i giallorossi era la partita di Gerson: e si vede subito che la voglia c’è. Un tiro in Ferrovia, due o tre contropiedi abortiti dalla lentezza di riflessi. Poi il brasiliano prende coscienza del fatto che questa non la può proprio fallire. E Pioli gli dà una mano cambiando assetto alla Fiorentina.
NUOVO/VECCHIO RUOLO. Il 4-2-3-1 con Edimilson al posto di Mirallas lo sposta in avanti, a destra, suo antico ruolo. Meno ragionamento, più velocità nelle ripartenze. Così il ragazzo trova un po’ di campo, anche per qualche contropiede. Arriva perfino a colpire un diagonale che sembra chissà cosa, ma sfortunatamente per lui la difesa salva tutto. Alla fine comunque Gerson costruisce una partita semi decente. La prima. Come dire: le motivazioni non sono tutto, ma quasi.
