Il Basilea non è parso niente di trascendentale, ma ha sfruttato i punti deboli della Fiorentina. Servirà una gran Viola per ribaltare tutto
Un brusco risveglio. Una doccia gelata sulle ambizioni di una squadra che, arrivata ad un passo da Praga, è rimasta ancora una volta vittima di se stessa. Certo, non è (ancora) finita, ma tra sei giorni servirà un’impresa per ribaltare il risultato e prendersi la finale. Missione possibile sia chiaro, anche perché il Basilea non è parso niente di trascendentale, ma tremendamente complicata. Così scrive il Corriere Fiorentino.
CARICA. Stadio pieno, fuochi d’artificio, carica. Un’atmosfera che, da queste parti, non si respirava da un po’. Una spinta violenta, che ha portato quasi d’inerzia i viola a riversarsi fin da subito in massa nella metà campo avversaria. Era quello, il copione. Fiorentina in pressione e Basilea raccolto. Pronto (come in occasione del gol annullato per fuorigioco) a ripartire in verticale. Era quello il pericolo, testimoniato anche (poco più tardi) da una super parata di Terracciano. Ma se spesso questa squadra è stata punita al primo errore (e magari dopo aver sprecato occasioni su occasioni) stavolta è successo esattamente il contrario. Con Cabral a segno per il vantaggio.
RIBALTONE. La gara è comunque rimasta scomoda, da gestione complicata. Da un lato la voglia di provare a prendersi più vantaggio possibile in vista del ritorno, dall’altra il rischio di comprometterlo. Un filo sottile, sul quale la Fiorentina ha continuato a camminare anche nel secondo tempo fino a quando è arrivato il pareggio. Bello, certo, ma favorito dalla voragine che i viola hanno improvvisamente spalancato tra centrocampo e difesa. Poi, nel finale, il cazzotto dell’1-2. Un colpo che non è (ancora) quello del k.o. ma che obbligherà i viola ad andare in Svizzera a fare l’impresa.
Di
Redazione LaViola.it