L’analisi del momento dei viola da parte di Benedetto Ferrara, tra la gara di giovedì, l’eliminazione dalla Conference e il futuro
Esistono eroi come Robin Gosens, uno che ci credeva per davvero, che ha dato l’anima e due gol per portare la sua squadra in semifinale. O De Gea, che con le sue manone ha evitato il peggio senza poter far niente per evitare l’eliminazione. Poi esistono eroi al contrario, tipo Nicolò Zaniolo, in campo quindici minuti con all’attivo zero palloni toccati. Non è mai facile riuscire in un’impresa del genere. Per non dire delle due giornate di squalifica prese per una bizza a tempo scaduto all’Olimpico, scrive Benedetto Ferrara su La Nazione.
Poi c’è Palladino a fine partita, che parla come parlerebbe Chat gpt: “Ringrazio i ragazzi che hanno dato tutto quello che aveva- no”. E forse è questo il problema. Quel tutto non era un granchè. Certo, la Fiorentina ci teneva a giocare la sua terza finale, su questo zero dubbi. Ma siccome questa era la prima vera sfida europea di una Coppa che da settembre a metà aprile ha il fascino di un film con Lino Banfi alla notte degli Oscar, possiamo dire che la Fiorentina deve crescere ancora e non poco se vuole diventare davvero ambiziosa.
Palladino può sempre arrivare in Europa, quindi evitiamo tragedie greche e eccessive drammatizzazioni. Il tecnico sta facendo scuola, nel senso che sta imparando. Ha forse senso ricominciare ogni volta tutto da capo? Magari si evolve, come è normale che sia. Decide di provare reali alternative al lancione per Kean. Sempre che Kean resti a Firenze. Già, il punto è questo e riguarda il prossimo mercato della Fiorentina, che va ben oltre il presunto caso Palladino. Il fatto è che adesso c’è ancora troppa delusione in circolo per immaginare ciò che sarà. Restano tre partite di campionato per un verdetto definitivo. E si inizia da Venezia-Fiorentina.
Di
Redazione LaViola.it