Rassegna Stampa

Ferrara su La Nazione: “Il giovedì di coppa come un luna park di fine estate”

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Il commento del noto giornalista sulla vittoria in Conference contro il Sigma Olomouc e sulla surreale atmosfera dello stadio Franchi

La Fiorentina mette sotto il Sigma: sia chiaro, non va confuso con il famoso Lastra a Sigma, ma sempre di una vittoria si tratta. Ed è questo ciò che contava. Bel gioco? No, non esageriamo. Serve pazienza, e lo abbiamo capito, tanto che a inizio ottobre c’è già chi dice che sia meglio puntare alla coppa piuttosto che al campionato. Alzare bandiera bianca, quando la vendemmia è finita da un soffio, non è proprio il caso. C’è tempo per tutto. Senza esagerare, però. Lo scrive Benedetto Ferrara su La Nazione.

FAZZINI PIACE, GUD LATITA. Comunque, una volta definita la vittoria di giovedì usando rimedi della nonna come brodino caldo o prodotti farmaceutici del genere della tachipirina, è sempre bene cercare qualche flebile luce, sperando questa luce diventi una fiamma il prima possibile. Piccoli che segna e il solito Fazzini, uno che quando entra fa vedere bei colpi e tanta voglia di esserci. Un esempio per tutti, premiato con applausi meritati. Di sicuro meglio dell’altro biondo, Gudmundsson, che al momento resta un enigma. Al massimo, al momento, sembra uno che passa di lì passeggiando. Forza Gud, ricordati che hai il dieci sulle spalle e che sei stato paragonato ad Hamrin. Un sogno ingenuo. O una proiezione psichedelica. Comunque a noi basterebbe che esista e che che quel dieci lo meriti. Ma non quello del Tanque Silva.

LA MIGRAZIONE DELLA FIESOLE. Pioli da settimane sta cercando la quadra. Pradè e Goretti hanno cercato a lungo, ma Lucci non ne sapeva niente, la Quadra non era tra i suoi assistiti. Peccato. Ma diciamocelo: il giovedì di coppa sembrava un luna park di fine estate, quando le luci si spengono e si inizia a smontare nel bel mezzo di un profondo senso di solitudine. E qui non c’entra la partita, che comunque ricordava quella situazione molto paesana del dj che mette i dischi mentre a ballare sono solo due bambini col resto della piazzetta deserta. Surreale la migrazione dei tifosi della Fiesole, già costretti dai lavori di ristrutturazione a traslocare in Ferrovia e che adesso, causa squalifica della curva, sono finiti in Maratona. Così, a questi tifosi è cambiato completamente il fondale della scenografia. Per una vita hanno avuto la visione teorica della ferrovia del Campo di Marte: Poi, e qui hanno fatto un upgrade, hanno avuto davanti le colline di Fiesole. Giovedì, invece, avevano di fronte le tribune. Adesso, se esiste un senso, si meriterebbero una partita in tribuna. Benedetto il giorno in cui questa migrazione terminerà e tutto tornerà come e meglio di prima. Come diceva un’antichissima pubblicità allo stadio: che importa se piove, la casa dell’impermeabile provvede. Aspettiamo quella che dirà: che importa che piove, c’è lo stadio novo.

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