Nessun gol su assist del compagno, Simeone e Chiesa sono le facce tristi di questa Fiorentina che non va.
C’era una volta un gruppo di ragazzi terribili. Sorrisi, spensieratezza, allegria. «Devono giocare come se fossero ai giardini», ha ripetuto spesso Pioli. Era, quello, il vero grande segreto della Fiorentina. Da un lato la forza di lottare nel nome di Astori, dall’altro, appunto, la capacità di mantenere l’animo leggero. Così scrive il Corriere Fiorentino. La domanda è: che fine ha fatto quella Fiorentina? Perché quei sorrisi son scomparsi? Oggi, quella viola, è una squadra spaventata. Sempre più preoccupata di non essere all’altezza della missione che, il gruppo, si è auto assegnato: tornare in Europa. L’allenatore se ne è accorto, ma è convinto che rientri tutto nella «normalità». Le aspettative sono alte, e la lunga astinenza da vittorie pesa. L’imperativo, però, è uno: non mollare.
MALINTESI E SCARSO FEELING. Sono Chiesa e Simeone lo specchio della trasformazione. Dai sorrisi all’evidente nervosismo delle ultime uscite. Discussioni, malintesi, «gestacci». Si son visti con la Roma, e si son ripetuti venerdì. Non si capiscono, i due. Dialogano poco, spesso non si cercano nemmeno. E non è (soltanto) una questione di apparenza. Ci sono i numeri. Ad oggi, i due, son fermi a due reti a testa e, in nessuna occasione, uno ha segnato su assist dell’altro. La passata stagione, l’argentino, su 14 reti totali, ne ha fatti 3 grazie al servizio di Fede che, a sua volta, un anno fa segnò 6 reti ma nessuna grazie a Giovanni. In totale, in poco meno di un campionato e mezzo, Simeone e Chiesa hanno giocato insieme 3.528’. Significa che uno dei due segna su assist dell’altro una volta ogni 1.176’. Un’eternità. Simeone, un anno fa, ha collezionato 5 assist vincenti, ai quali se ne aggiunge uno nel campionato in corso. Chiesa, addirittura, è già a quota 5, che si sommano ai 9 della scorsa stagione. È proprio il dialogo tra loro, evidentemente, a non funzionare.

Di
Redazione LaViola.it