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Lost in the week end
Minuto 70 di Palermo-Fiorentina: i viola continuano a essere sotto per 1-0 e Paulo Sousa ha a disposizione l’ultimo cambio(dopo la bocciatura di Milic al 38′ e l’ingresso di Saponara per Salcedo a inizio ripresa). Il tecnico portoghese si gira verso chi si sta scaldando, indica un giocatore ai propri assistenti. Federico Bernardeschi, fino a quel momento in panchina, si sfila la pettorina, sicuro di entrare. Dagli assistenti di Sousa arriva però un no, entra Mlakar, il giovanissimo attaccante sloveno della Primavera. La mossa per provare definitivamente a riaprire, con un altro attaccante, una partita mai decollata, sia a livello tecnico sia soprattutto a livello mentale.
Bernardeschi si rimette a sedere e assiste agli ultimi venti minuti dalla panchina, quelli che porteranno solo all’espulsione di Astori e al coast to coast vincente di Aleesami. Ecco, la domenica palermitana del talento di Carrara è tutta in questo segmento, in questo frame. Non schierato dal primo minuto, nemmeno inserito a gara in corsa, quando la Fiorentina, forse, avrebbe avuto bisogno di una giocata di uno dei suoi migliori giocatori, capace di togliere le castagne dal fuoco in altre circostanze.
Paulo Sousa nel post partita ha motivato la scelta richiamando a un dolorino della rifinitura ma per molti è apparsa una delle tante scelte discutibili della gara di ieri. Per alcuni l’ennesima provocazione alla società, per altri una punizione sportiva dopo il cucchiaio e l’errore dal dischetto, con tanto di scuse, con l’Inter. Oppure, senza cercare troppa dietrologia, una semplice logica di calcio e di campo, anche se tutto viene normalmente e chiaramente amplificata dalla portata del calciatore, al centro di tante voci sul futuro e di una lunga diatriba sul rinnovo che nell’estate prossima sarà una dei tanti tavoli su cui si giocherà la fiducia e la credibilità la dirigenza viola.