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Federico Bernardeschi alla fine getta la maschera: è juventino
In pochi avevano creduto alla volontà di restare per sempre a Firenze e alla sensazione di voler mantenere fede al tatuaggio più importante di tutti: «Mi sento la maglia viola cucita addosso». In molti le consideravano banalità per accendere un affetto temporaneo. Sull’asse viola-bianconeri l’addio di Baggio fu un dramma, la cessione di Melo un affare (25 milioni), l’addio a costo zero di Neto un errore della società. E Bernardeschi? Quasi disinteresse per chi non è venuto in ritiro qui a Moena spedendo un certificato medico (gastroenterite acuta), dopo essersi vistosamente allontanato nelle ultime settimane e aver rilasciato un’intervista di addio da lontano (Ibiza style) senza quasi citare gli undici anni fiorentini. Tutto sommato fatti suoi, tanti auguri campione, basta che grazie all’incasso arrivi un rimpiazzo all’altezza, magari due. Così riporta il Qs-La Nazione