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È nato a San Daniele, la patria del prosciutto, è esploso a Firenze, la città della bistecca. Del friulano ha il carattere tosto, la tempra del lavoratore, del fiorentino ha l’immagine da sognatore. Non può che essere così se a 19 anni ti ritrovi dal campetto del Tricesimo al centro tecnico di Coverciano. Pietro Comuzzo da domani starà accanto ai grandi sotto lo sguardo attento e compiaciuto di Luciano Spalletti, ct azzurro che lo ha voluto per questo ultimo atto azzurro del 2024, convinto dalle prestazioni di questo ragazzo che mercoledì sera a Nicosia, parlando in conferenza accanto al tecnico Raffaele Palladino, che lo ha promosso titolare nella Fiorentina, ha detto «il mio modello è Giorgio Chiellini». Non uno qualsiasi, un centrale vecchia maniera, uno di quelli che un tempo venivano chiamati stopper. E a Firenze a Pietro dicono sempre che lui è proprio uno stopper vecchia maniera.
GERARCHIE. Imprescindibile In squadra lo chiamano il soldato. Papà Andrea era portiere, il fratello gemello Francesco fa l’attaccante nella Pro Fagagna. Ora da Tavagnacco, dove abitano, fanno il tifo per Pietro che ha smontato le gerarchie viola e si è preso il posto da titolare accanto a Luca Ranieri, ormai capitano della squadra in campionato. Martinez Quarta, una colonna e Marin Pongracic, l’uomo sul quale il club ha investito 15 milioni per il ruolo di centrale devono mettersi in fila e «sgranocchiare» minuti in Conference. Un ragazzino che già Vincenzo Italiano aveva voluto in prima squadra facendolo esordire in serie A a Napoli nell’ottobre dello scorso anno e poi anche in Conference League.
CON I GRANDI. Pietro farebbe parte dell’Under 21 di Carmine Nunziata, dove era transitato ad ottobre. Ma ora Spalletti vuole vederlo da vicino. Vuole vederlo accanto a quelli più esperti, Bastoni, Buongiorno, Gatti. Comuzzo ha la testa giusta. Sa che questa è una favola, ma sa pure che non è un gioco. In campionato ha giocato nove volte per un totale di 769 minuti. Un solo cartellino giallo. Pietro entra deciso, e ne sanno qualcosa gli attaccanti di Milan e Roma fermati e tenuti a secco, ma pulito. Di testa le prende tutte, il duello gli piace, il corpo a corpo lo esalta, così come la grinta e l’aggressività del compagno di Ranieri con il quale forma una bella coppia tutta italiana. Parliamo della terza difesa della Serie A. A 13 anni è arrivato a Firenze dal Friuli Venezia Giulia. Se non avesse avuto il carattere giusto non sarebbe arrivato ad essere l’unico diciannovenne insieme a Yildiz a giocare da titolare in A. Ora la favola continua.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it