Icardi bestia nera dei viola potrebbe stare ancora fuori. Chiesa invece con quella fascia si sta dimostrando leader. Nonostante le polemiche. E cerca il gol (che gli fu tolto) all’Inter
Ha segnato al Milan, così come alla Roma. Non ancora alla Juventus, ma neanche all’Inter. Almeno per la Lega, visto che contro i bianconeri non sfiorò il pallone sul tirocross di Badelj, e all’andata, proprio contro i nerazzurri, si vide togliere dal tabellino il gol perché la deviazione di Skriniar venne considerata decisiva. Federico Chiesa, con i nerazzurri, ha dunque più di un conto in sospeso. Perché quell’urlo a San Siro, che valeva il provvisorio 1-1, all’andata, gli fu cancellato dagli zelanti uomini della Lega.
Un girone dopo, Federico Chiesa, ritrova i nerazzurri con la fascia di capitano al braccio. Curioso come questo avvenga proprio nel momento in cui la stessa fascia, dall’altra parte della staccionata, sia argomento di polemica e caos interno all’Inter. Mauro Icardi, infatti, non fa passi indietro. Per giocare con la maglia nerazzurra vuole la sua fascia di capitano al braccio. Ma questo non accadrà, perché per Spalletti e la società interista la fascia, ormai, è di Handanovic.
Ma non solo. Icardi potrebbe star fuori anche dalla gara contro i viola domenica sera. E se è vero che senza l’argentino l’Inter ha comunque vinto tutte e cinque le partite da lui saltate in stagione, è altrettanto vero che la sua assenza contro la Fiorentina peserebbe eccome. Anche solamente se si considera la statistica. Icardi, infatti, contro i viola ha un ruolino di marcia spaventoso: per lui sono infatti 11 i gol siglati contro la Fiorentina in 10 gare giocate. E’ l’avversario al quale ha segnato di più in assoluto assieme alla Sampdoria. Nelle ultime 3 stagioni ha segnato quest’anno, l’anno scorso all’andata (due volte) ed al ritorno, e due anni fa 4 volte al ritorno e due all’andata. Segna, insomma, contro la Fiorentina, da 5 gare consecutive.
Anche domenica contro l’Inter Federico Chiesa avrà la fascia di capitano al braccio. Mentre dall’altra parte, come detto, non ci sarà Icardi con la stessa fascia (anche se diversa nell’aspetto estetico visto che quella viola riporta il ricordo di Davide Astori), e molto probabilmente non sarà proprio del match. Quando si dice leadership. Icardi ha dimostrato più volte di essere il leader dell’Inter solo e soltanto come rendimento. La sua leadership nello spogliatoio è stata più volte messa in dubbio. Dall’altra parte, invece, Federico Chiesa sa di avere un compito importante: essere leader in campo, e nello spogliatoio. Perché Davide trascinava questo gruppo, soprattutto fuori, e Pezzella ne ha raccolto l’eredità alla stessa maniera. Adesso, complice l’assenza del difensore argentino, tocca a Federico. E il 25 viola ha già dimostrato di farlo: l’esultanza con la Roma in cui parte dalla panchina per correre sotto la Fiesole ad abbracciare Simeone ne è un esempio. Il modo in cui anche domenica ha esultato sotto il settore ospiti ne è un altro. E via discorrendo.
A proposito di Inter e Federico Chiesa: curioso come all’andata proprio sul Var si scatenò una polemica quasi istituzionale con il Presidente viola Mario Cognigni che dopo il fischio finale parlò in questi termini: “il Var crea dei mostri, Mazzoleni è stato il migliore in campo”. Riferimento non tanto al rigore per tocco di polpastrello di Vitor Hugo, ma soprattutto per un calcione di Asamoah allo stesso Chiesa che non venne sanzionato con l’espulsione. E pochi secondi dopo arrivò il gol vittoria dei nerazzurri. Un girone dopo, c’è ancora Chiesa al centro degli episodi: e proprio Mazzoleni era al Var domenica a Ferrara. Girone che vai, polemica sul Var che trovi. Anche se a questa tornata la polemica non sta tanto nell’episodio del fallo di Felipe, ma sulle parole del Presidente della Spal.
Intanto, Chiesa, passa oltre. Deve farlo. Quando venne accusato in maniera eccessiva da Gian Piero Gasperini in Fiorentina-Atalanta all’andata in campionato, accusò in parte il colpo a livello psicologico. Quasi come se si trovasse costretto a dimostrare di non essere un cascatore, con conseguenti frenata dinanzi all’avversario per evitare contatti. A questo giro è tutta un’altra storia. Lo ha detto anche Pioli: “Rispetto a qualche tempo fa adesso Chiesa è pronto per fare il capitano”. Guarda e passa. E trascina la Fiorentina con la fascia al braccio. Il messaggio che arriva in modo unanime da chi ha i colori viola nel cuore è questo. La maturità di Chiesa è sotto esame. E le risposte arriveranno già da domenica sera. La crescita ed il passaggio a livello campione, in fondo, passa anche da questo stress mediatico e psicologico.

Di
Gianluca Bigiotti