La falsa partenza a Lewis Hamilton è costata il terzo mondiale consecutivo. Ma anche alla Fiorentina sta facendo parecchio male. All’alba di sfide tanto difficili quanto cruciali, contro Lazio e Napoli, è giusto chiedersi perché la Viola sbagli sempre l’approccio, regalando agli avversari il primo pezzo di partita.
A Marassi l’ultima, sgradita, conferma: giocatori distratti, molli, lenti nei 17 minuti giocati prima dell’intervallo. Così il Genoa ne ha approfittato: tre occasioni in due minuti, tutte generate da errori individuali, sino al gol decisivo di Lazovic. Ma anche a Milano i primi 19 minuti sono stati un incubo. Tanti ne sono bastati all’Inter per segnare tre gol e mettere in discesa la partita.
Gli ultimi due casi lontano dal Franchi, che hanno provocato altrettante sconfitte, sono solo i più clamorosi. Ma il male è ricorrente e attanaglia la banda Sousa sin dall’inizio di stagione. Chi ha dimenticato il primo tempo da incubo allo Stadium contro la Juve regina nell’anticipo della prima giornata?
L’approccio non è stato un granché neppure durante la seconda visita a Torino, in casa granata (altra sconfitta) e in casa con l’Atalanta: in pochi hanno dimenticato il primo tempo quasi perfetto della squadra di Gasperini a cui era mancato solo il gol. Nella ripresa, invece, pur senza sfondare la Viola ha fatto più e meglio, rischiando anche la vittoria con un colpo di testa firmato da Sanchez.
La Fiorentina non è stata capace di calarsi subito dentro la partita anche quando ha vinto, come in casa con la Roma o in occasione di trasferte felici. A Cagliari è stata colpita a freddo e prima che riuscisse a pareggiare e successivamente a dilagare, ha rischiato di prendere il secondo gol che avrebbe probabilmente indirizzato la domenica in un altro modo.
E persino a Empoli, vittoria schiacciante, l’inizio è stato così e così. Il problema si è ripresentato in Europa, nel tutt’altro che impossibile girone di qualificazione ai sedicesimi di Euroleague: la prima mezz’ora con il Qarabag è stata sofferenza liquida e l’inizio con il Paok ha generato la sconfitta che poteva complicare tutto.
Ora, la domanda è semplice: perché? Astori, uno dei leader dello spogliatoio, prima della trasferta di Marassi aveva chiarito: «Contro il Genoa dobbiamo partire forte per non farci schiacciare», come era già successo nei 28 minuti giocati l’11 settembre prima dell’interruzione.
E invece il risultato è stato drammatico. Raramente abbiamo visto una Fiorentina più molle. Sousa parla di errori dei singoli, che però sono riconducibili alla mancanza di concentrazione.
Un errore non tollerabile a certi livelli. Ma l’allenatore, considerando che il problema investe la squadra dall’inizio della stagione, dovrebbe averlo già affrontato e risolto. E invece niente. Anzi, il difetto si è accentuato. Cosa succederà se anche stasera a Roma contro la Lazio e giovedì sera al Franchi con il Napoli la Fiorentina comincerà con il piede sbagliato?
Il rischio, concreto, è che ai tifosi il panettone quest’anno vada di traverso. E che, a Natale, la corsa all’Europa sia già compromessa.
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Redazione LaViola.it