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Fallani, parla il padre: “La Fiorentina acquistò Brancolini per aiutare il Modena, mio figlio non la prese bene”

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Il padre del portiere classe 2001 ha raccontato l’addio del figlio alla società viola

Simone Fallani, padre dell’ex portiere della Fiorentina e attualmente in forza al Palermo, ha parlato al Corriere dello Sport dell’addio alle giovanili viola e del trasferimento in rosanero:

“Siamo a Follonica, in pineta, un amico gli lancia un pallone Super Tele e Mattia, nel tentativo di acchiapparlo, si procura la frattura del gomito. Corriamo in ospedale, a Firenze: quattro ore sotto i ferri, placche e viti nell’arto. Quando lo vedo fra i pali mi sembra un miracolo!“.

FIORENTINA. “C’erano molti dubbi che potesse diventare portiere. Dei calciatori si parla solo quando diventano famosi, dei sacrifici e delle rinunce mai. Siamo tifosissimi della Fiorentina, anche mia moglie. Pensi che ci siamo conosciuti sui gradini dello stadio durante una trasferta a Venezia. Un giorno Mattia mi disse “Senti babbo, mi sono già rotto i co…, voglio andare via“. La Fiorentina acquistò Brancolini per aiutare il Modena che stava fallendo, mio figlio non la prese bene. Dopo un’annata strepitosa, veniva rimesso in discussione“.

PALERMO.  “E’ andato dritto: “Come si fa a rifiutare una piazza come Palermo, che in D è solo di passaggio?”. Ha avuto ragione. Conosco Firenze, Palermo è uguale, allo stadio vanno quasi in ventimila in serie D ed oggi è la nostra seconda squadra. La Spal, comunque, non lo ha mollato. E neppure la Fiorentina che aveva speso 500mila euro per tesserarlo. Al Palermo, infatti, è in prestito. Il cartellino sempre proprietà della Spal che, in caso di cessione definitiva, deve alla società gigliata, che non voleva lasciarlo libero, il 50% del guadagno. Mattia ha l’ambizione di arrivare, si allena con Pelagotti che è suo vicino di casa. Mattia è contentissimo del Palermo. Si trova bene con la città, i compagni, e vorrebbe restare. Ancora con la società non abbiamo affrontato il problema del rinnovo. In questa situazione con chi parli? E di che cosa?“.

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