A Firenze per recuperare il tempo perso alla Juventus: da San Siro a San Siro, si è preso la Viola a suon di colpi
Il 10 febbraio scorso Nicolò Fagioli debuttava a San Siro contro l’Inter da nuovo giocatore della Fiorentina, dopo una trattativa estenuante e last minute. Ingresso in campo dalla panchina, 24’ giocati, una palla deliziosa per Kean non capitalizzata e la sensazione che dopo tanto tempo a centrocampo erano tornate quella qualità, quelle geometrie, quelle verticalizzazioni a testa alta che mancavano da troppo tempo, scrive La Repubblica.
GENIALE. Sabato sera, quasi due mesi dopo, sempre a San Siro ma contro il Milan, Fagioli si è definitivamente preso la Fiorentina sulle spalle. Certo, azzardare paragoni con il passato e con i grandi — vedi Antognoni come scritto da qualche tifoso sui social — appare un esercizio prematuro e rischioso ma in almeno tre giocate Nicolò ha deliziato la platea del Meazza: un cambio campo perfetto per Parisi in occasione del secondo gol poi segnato da Kean, un’altra palla splendida sulla corsa sempre di Kean — poi fermato da Maignan — e una colombella dolce per il gol annullato a Dodo, quello che poteva valere un’altra grande vittoria con una big. In quei momenti, prima del check del Var, la panchina nell’esultanza si era divisa tra l’abbraccio a Dodo e la rincorsa per complimentarsi con Fagioli — in primis Edoardo Bove — a testimonianza di un ragazzo subito al centro della squadra.
TODOCAMPISTA. In due mesi Fagioli ha prima ritrovato quel ritmo partita mancato alla Juventus e poi ha iniziato a mettere sul campo quelle qualità che tutti avevano intravisto, prima partendo da trequartista nel 4-2-3-1, poi trovando la sua definitiva consacrazione come mezzala di sinistra nel 3-5-2, all’interno di un triangolo di centrocampo che con Mandragora e Cataldi ha avuto la sua sublimazione nelle ultime tre gare. Adesso il bello: con prestazioni così la rincorsa all’Europa più importante non è preclusa, così come l’idea della terza finale in Conference, stavolta da vincere. Il centrocampista quando ha scelto Firenze ha messo alle spalle l’epiteto Fagiolino — dato alla Juve come emblema del ragazzo cresciuto nel settore giovanile e arrivato in prima squadra — per essere Nicolò e per riprendersi quel tempo perso in bianconero. Per la gioia dei tifosi, tornati a vedere un todocampista che mancava da anni.

Di
Redazione LaViola.it