In una lunga intervista al sito Gianlucadimarzio.com, l’ex esterno viola ha parlato del grave infortunio che ha subìto nel 2019
Queste alcune parole di Cristiano Piccini, a cominciare proprio dall’infortunio: “All’inizio mi hanno nascosto la gravità per proteggermi. Solo dopo qualche mese il chirurgo mi disse che non avevano mai visto un infortunio così in un calciatore. Tuttalpiù in motociclisti che erano caduti di ginocchio. Era gravissimo. Ero entrato in un vortice di infelicità, insoddisfazione. Non vivevo più, vivevo per recuperare. Per mesi ho pensato che fosse il caso di smettere”.
Sull’esperienza all’Atalanta: “Non riuscivo a saltare sulla gamba destra. Ma loro mi hanno rassicurato dicendomi che con un mese di lavoro a parte sarei rientrato. Il primo giorno mi mettono subito a fare lavoro in gruppo, mattina e pomeriggio. Quarto giorno, ginocchio gonfio come un pallone. Ero zoppo. Lo mostro all’allenatore e mi dice che non potevo allenarmi, che avevano sbagliato a prendermi. Io venivo da un infortunio gravissimo, avevo bisogno di sentirmi aiutato, e invece mi hanno affossato. Dopo una settimana ero già fuori rosa per un motivo per cui io non potevo fare nulla. Come essere umano venire trattato così è la cosa peggiore che ho sofferto in tutta la carriera, peggio dell’infortunio. Quasi cadevo in depressione”.
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Redazione LaViola.it