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Ex viola, Castrovilli: “Ho pensato al ritiro. Adesso voglio ripagare l’affetto di Bari”

L’ex numero 10 viola ha raccontato in un’intervista il suo ritorno a Bari e i tanti infortuni che hanno messo a repentaglio la sua carriera

L’ex viola Gaetano Castrovilli si è concesso per un’intervista a gianlucadimarzio.com. Intervista in cui ha toccato diversi temi, dal ritorno nella sua Bari alla nascita del figlio, fino ai tanti infortuni che hanno martoriato la sua carriera ad alti livelli. Queste le sue parole: “Ho scelto di tornare (a Bari, ndr) anche perché conosco bene questa piazza e la sua gente. So come si vive il calcio qui e mentalmente possono darmi tanto. Poi starà anche a me ricambiare tutto quest’affetto che ho ricevuto in questi giorni.

LA NASCITA DEL FIGLIO. “Mi sono sempre piaciuti tanto i bambini poi quando è venuto al mondo Brando ho capito cosa significa diventare genitore. La sua nascita mi ha cambiato in ogni aspetto della vita, soprattutto quella privata. Mi ha insegnato che vivi per lui, le priorità cambiano e la cosa che più mi ha impressionato è che prima dicevo di voler giocare bene per me, per la società e i tifosi. Ora voglio che mio figlio mi guardi giocare e mi riconosca in campo“.

GLI INFORTUNI. “Ciò che conta è come reagisci. O ti fai “male”, oppure inizi a combattere con i tuoi fantasmi. Io ne ho avuti tanti, non lo nego: sono stati due anni e mezzo davvero pesanti. Tornavo in campo, mi fermavo di nuovo, il ginocchio mi si gonfiava e passavo tanto tempo a chiedermi perché. Non sono ancora al 100% mentalmente però ci sono quasi. Poi da Monza in poi sono stato meglio dopo l’ennesimo stop al menisco alla Lazio. Non nego che stavo anche pensando di lasciare il calcio”.

LA SALUTE MENTALE. “Lavoro ogni giorno sull’approccio psicologico, ne parlo tanto anche la sera con mia moglie. L’aspetto mentale ti può far male in campo e nella vita privata. Devi trovare un equilibrio, avere una mano dalla tua famiglia e dal tuo mental coach. Per me è un aspetto spesso sottovalutato, quando invece è la cosa più importante, dobbiamo ricordarcelo: se la testa non va, il corpo non risponde. I momenti difficili li hanno tutti, cambiano entità e gravità”.

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